Un assaggio della Nagazzetta, la recensione del libro:
Il mondo in cifre 2014
Fusi
orari, pp.256, 2013, euro 7
In
una cartina muta dell’Africa pochi saprebbero indicare con precisione dove sta
il Lesotho. Grazie al “Mondo in cifre”, sfornato ogni anno a gennaio dall’Economist e tradotto da Internazionale, apprendiamo che il
Lesotho pur avendo una speranza di vita tra le più basse del mondo (49 anni) è
il paese che destina all’istruzione la quota più alta del pil (13%). Altra sorpresa: nel decennio 2001-11
l’Azerbaigian vanta l’aumento medio annuale del pil reale più alto, mentre la Cina si deve “accontentare”
del sesto posto. Spiazza trovare l’Italia ancora oggi al diciannovesimo posto
per rimesse dei lavoratori dall’estero,
subito dopo il Marocco. Il più alto tasso di mortalità (16 per mille)
non si registra in un paese dell’Africa nera, ma in Ucraina (c’entra qualcosa
con quel che sta succedendo a Kiev?).
Quando poi i numeri confermano le attese, gridano vendetta al cielo: la Tanzania conta 1 medico
ogni 125 mila abitanti, nel Principato di Monaco il rapporto è 1 a 142 (sì, avete letto bene).
In Liechtenstein ci sono 766 automobili ogni 1.000 abitanti; in Etiopia,
Somalia, Repubblica Centrafricana 1. In
cifra assoluta gli Stati Uniti sono il primo paese donatore, ma in percentuale
sul pil (0,20%) scendono al ventottesimo, insieme all’Italia.
Insomma,
un librino di culto per chi voleva cambiare il mondo e, ora, può “dominarlo”
solo tramite i numeri, graziosamente
forniti dalla “Bibbia del capitalismo”.