Leggiamo con estremo interesse le dichiarazioni del direttore dell’Asl di Milano, Walter Locatelli, rese in occasione dell’audizione presso la commissione Politiche Sociali e Servizi per la Salute del Consiglio Comunale, riportate dalla stampa(vedi di seguito).
Da quanto esposto sembra che siano stati finalmente raggiunti gli obiettivi per i quali ci impegniamo da più di 25 anni.
Come Naga, infatti, non solo ci impegniamo a fornire assistenza sanitaria ai cittadini stranieri senza documenti, ma da sempre sosteniamo che l’unica vera soluzione per garantire anche a loro in pienezza il diritto alla salute sarebbe dar loro la possibilità di accedere ad un medico di base. Questo avrebbe la potenziale ricaduta di una riduzione dell’uso improprio del Pronto Soccorso, o almeno un’equiparazione con l’uso improprio da parte degli autoctoni, e un conseguente abbattimento dei costi per la sanità regionale.
Ora, se quello che viene riportato corrisponde a ciò che il Direttore dell’Asl ha dichiarato, scopriamo che tutto ciò è già possibile. Dove? Come? Possiamo finalmente dire ai 10.000 pazienti che vediamo ogni anno che possono smettere di venire al Naga, e avere un medico di base?
E non solo, scopriamo anche che per avere il codice di Straniero Temporaneamente Presente (STP), che permette un pieno godimento del diritto alla salute, basta richiederlo.
Purtroppo nella nostra pratica di assistenza quotidiana incontriamo una realtà diversa.
Nonostante il diritto alla salute, secondo la legge italiana, sia garantito anche per i cittadini privi di permesso di soggiorno (art. 35 del D.Lgs. 286/98) tramite l’attribuzione del codice Straniero Temporaneamente Presente (STP), riscontriamo una prassi disomogenea tra le strutture sanitarie pubbliche milanesi nell’applicazione della legge e una gestione inefficiente e inefficace del codice STP, con la conseguente grave esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi cittadini stranieri irregolari che necessitano di cure; le prestazioni di solito vengono erogate, ma non sempre viene attribuito il codice STP.
Se quanto riportato nell’articolo fosse davvero corrispondente alle dichiarazioni del dott. Locatelli non potremmo che rallegrarcene perché ciò segnerebbe un decisivo cambio di rotta: aspettiamo quindi un chiarimento ed eventuali informazioni pratiche da poter diffondere!
Per coincidenza, inoltre, abbiamo appena concluso un’indagine su questi temi che verrà presentata il 22 aprile 2015.
I dati sono di estremo interesse e invitiamo dunque cittadini e rappresentanti delle istituzioni alla conferenza stampa.
“Costa circa 20 milioni di euro all’anno l’assistenza sanitaria agli immigrati irregolari tramite i pronto soccorso degli ospedali milanesi.” Il dato è emerso ieri durante l’audizione del direttore dell’Asl di Milano, Walter Locatelli, alla commissione Politiche Sociali e Servizi per la Salute del Consiglio Comunale. Gli stranieri senza permesso di soggiorno avrebbero in realtà diritto all’assistenza sanitaria di base chiedendo all’Asl il codice Stp (straniero temporaneamente presente), ma pochi lo fanno e preferiscono rivolgersi, in caso di bisogno, ad uno dei pronto soccorso degli ospedali della città. “Per questo abbiamo stipulato una convenzione con l’Opera San Francesco dei poveri – ha spiegato Locatelli – che l’autorizza a rilasciare l’Stp agli stranieri che si presentano ai loro servizi dedicati ai poveri”. Nel 2014 su tutta Milano sono stati rilasciati 902 Stp, mentre da gennaio ad oggi 250. Il dato sul costo dell’assistenza agli stranieri senza permesso di soggiorno a Milano è emerso dopo una richiesta di chiarimenti da parte del consigliere Matteo Forte (Gruppo Polo dei Milanesi).