“La mia unica patria sono i miei due figli.”
Così scriveva Roberto Bolaño, perché casa è dove sono i tuoi affetti, dove ti senti il benvenuto. “Casa” non è un luogo: è una condizione. E in quanto condizione è mutevole.
B. ha lasciato il Salvador e ora vive in Italia dove lavora come badante. Ora può dirsi a casa in due posti molto lontani: in Italia e a El Salvador, dove vive sua madre.
Succede che la mamma un giorno si ammala e B. torna a El Salvador per curarla e accudirla, come farebbe qualunque figlia, senza pensare al permesso di soggiorno che ha in mano. Ma succede anche che la malattia non rispetti i termini concessi dalla legge italiana, quindi B. ci rimane troppo, a casa, più di sei mesi.
Una volta tornata a casa, l’altra, il suo permesso di soggiorno è scaduto, come praticamente ogni diritto.
Vengono al Naga i suoi datori di lavoro:
– Vorremo assumerla e regolarizzarla. Come possiamo fare ora?
– In nessun modo. In Italia non esiste alcun modo di regolarizzarsi una volta che si è già sul territorio.
Foto: I. Caramassi