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Giornata mondiale del rifugiato

Ogni anno abbiamo celebrato la giornata mondiale del rifugiato. Quest’anno siamo in difficoltà a trovare le parole giuste per farlo… Ci sentiamo immersi in una narrazione binaria dell’immigrazione, una narrazione che, quando va bene, è di pura razionalità, una narrazione che ricorre a dati e buon senso (tasso di natalità, necessità manodopera, aiuti ai paesi di origine…) e quando va male, più di frequente, parla di violenza, discriminazione, odio, paura, forza. Ma c’è un tratto comune alle due narrazioni: le persone oggetto del discorso non ci sono mai, siamo sempre noi al centro, con le nostre necessità, le nostre ricette e le nostre paure. E invece quelle persone, noi le vediamo e le sentiamo tutti i giorni. La forza, quella vera, la viviamo nella determinazione di chi arriva per bisogno o per desiderio. Ed è da questa forza che ci costringe a ridefinirci e a metterci, tutti, in discussione, che vogliamo e dobbiamo ripartire per ridefinire il presente e per affrontare insieme un futuro complesso e, proprio per questo, pieno non di minacce ma di opportunità. Per tutti.
#nonsiamobuoni

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