Il commento del Naga.
Cosa rappresenta l’ennesimo decreto sicurezza, questa volta di Salvini e di colore gialloverde? E’ il punto d’arresto della slavina iniziata giusto vent’anni fa?
Purtroppo, crediamo di no. Un clima asfissiante ci circonda: solidarietà è una parolaccia, diritto si declina come concessione, l’accoglienza è da fessi, gli sfavoriti nella competizione sociale se lo meritano, gli italiani vengono prima. Potremmo continuare nella lista dei valori capovolti ma li lasciamo alla vostra immaginazione.
Non ci si può continuare a stupire. Il decreto è un attacco frontale allo status di asilo riconosciuto dalle norme internazionali; dei migranti normali – la maggioranza, quelli che si muovono per motivi economici – non si parla neppure, non ce n’è bisogno, sono già dimenticati. Il diritto di movimento non è più in discussione, è stato già espunto di fatto dal dibattito pubblico e politico. Per loro solo sanzioni: centri per il rimpatrio, allontanamenti, espulsioni.
Restavano i richiedenti asilo a infastidire la falsa coscienza dei “cattivisti” e il decreto sicurezza affonda la lama in profondità: revoca, rifiuto e cessazione dell’asilo, fine dei permessi umanitari, divieto di iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo, limitazioni dell’accoglienza nel sistema SPRAR.
Si può fare anche di peggio e lo faranno.
Come Naga, continueremo a difendere i diritti di tutti i cittadini stranieri, regolari e non, che vivono sul nostro territorio e a difendere la possibilità di movimento per chiunque abbiamo necessità o desiderio di non vivere nel Paese dove è nato. Come Naga non ci rassegniamo a un’idea di società in cui il presunto benessere individuale si raggiunge, non avendo tutti qualcosa in più, ma togliendo ad altri. Non si tratta di essere buoni, ma giusti e ragionevoli nel voler seguire l’unica via che possa portare ad affrontare la migrazione – che è strutturale e inevitabile – garantendo diritti e libertà: affrontarla come un’opportunità, senza ridurla a un problema di sicurezza.
#nonstiamobuoni