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Messaggio unico

Il messaggio è unico: voi qui non ci dovete stare e, se ci state, speriamo in pochi, dovete capire che non siamo tutti uguali. Voi siete peggio e quindi dovete vivere peggio, così, noi, staremo meglio.

Il messaggio si declina attraverso una narrazione razzista quotidiana, che solidifica una rappresentazione criminalizzante dei cittadini stranieri, e attraverso dispositivi normativi.

Pochi giorni fa era stato scovato l’emendamento al decreto fiscale sulle rimesse nei Paesi di origine, e ieri ne è stato inserito uno nella legge di bilancio che prevede, se approvato, che le Regioni potranno spendere anche per altri scopi i fondi finora vincolati a garantire l’assistenza sanitaria agli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale.

Da un punto di vista pratico, non sono chiari gli effetti di quest’ultimo emendamento perché le legge italiana garantisce comunque le cure ai cittadini stranieri irregolari grazie all’art. 35 del Testo Unico sull’immigrazione. E i medici, coerentemente con la legge e il loro mandato, continueranno a curare.

L’impatto simbolico dell’emendamento, che si salda con le disastrose previsioni del cosiddetto decreto Salvini, ormai legge, però è potente: il rifiuto di ogni specificità e quindi la volontà di non colmare le diseguaglianze, ma di radicarle ed estremizzarle.

La funzione normativa e l’agire politico anche a livello governativo sono definitivamente intesi come strumento per creare dei solchi, proteggere interessi di categorie o gruppi sociali, creare fratture sociali, per dividere e non per ricomporre istanze sociali condivise.

Tutto ciò nel silenzio assordante di ogni forma di opposizione politica, sociale e istituzionale.

Come Naga continueremo a garantire a tutti i cittadini stranieri le cure di cui hanno bisogno. Tutti i giorni, gratuitamente.
#nonstiamobuoni

Info: 349 160 33 05

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