I dati del Naga su Il Sole 24 Ore.
Come stanno davvero di salute i migranti irregolari? Anche un recente rapporto sulle persone che vivono in Lombardia a cura dell’Associazione di volontariato NAGA ha mostrato che non dobbiamo avere paura di chissà quale contagio: la vulnerabilità reale non riguarda noi ma loro, che vivono in condizioni di sempre maggiore indigenza. Nel complesso il rapporto ha rilevato l’estrema rarità di malattie infettive: appena 29 casi su oltre 2000 persone: 21 casi di scabbia, 6 di epatite, 1 caso di morbillo e 1 caso di sifilide.
Nel 2017, 62 individui (il 3% del campione) sono stati inviati all’ospedale per sospetta tubercolosi ma soltanto 3 di questi, su oltre 200 persone, sono risultati positivi alle successive analisi.
Le diagnosi più comuni sono quelle relative alle malattie del sistema muscoloscheletrico (12,1%), in particolare dolori articolari e lombosciatalgia; seguite da quelle del sistema respiratorio (11,4%), come farigite e sindrome influenzale; della cute e del tessuto sottocutaneo (10,8%) e infine dell’apparato genitale, comprese contraccezione e gravidanza (10%). Il 7,4% delle donne e il 5,8% degli uomini ha mostrato invece disturbi psichici e comportamentali, come d’ansia e disturbo post-traumatico da stress, con percentuali più elevate fra i maschi provenienti dall’Africa Sub-Sahariana.
Il rapporto ha analizzato quasi 8000 persone che si sono recate al Naga in tre anni, 2044 solo nel 2017. Si tratta della più vasta banca dati sulle condizioni mediche dei cittadini stranieri irregolari non ospedalizzati in Italia. In questo caso inoltre Tutti i nuovi utenti del Naga vengono sottoposti ad uno screening per la possibile presenza di tubercolosi, che verrà poi ripetuto annualmente.