Il racconto di una volontaria del servizio carcere.
Sono molti anni ormai che ogni settimana incontriamo le detenute straniere del raggio femminile di San Vittore. Da qualche tempo in carcere è stato istituito un servizio di mail all’eloquente indirizzo zeromail.sanvittore@maidiremail.it. Può sembrare incredibile, ma il servizio è a pagamento ed è quindi disponibile solo per coloro (non molte, soprattutto tra le straniere) che possono permettersi di far fronte alla tariffa di 12 € per 30 mail. Una cifra che può assumere, in galera, un peso e un valore esorbitanti a fronte delle condizioni in cui vivono lì dentro molte delle persone ristrette.
Tuttavia, appena è scattata l’emergenza sanitaria, che ha coinciso anche con lo scoppio delle rivolte in molte prigioni italiane, abbiamo sentito l’urgenza di avere notizie e di provare comunque a fare arrivare in reparto un segno della nostra presenza, ormai vietata dai provvedimenti governativi. Abbiamo inviato perciò una mail al nome di una detenuta italiana che potevamo presumere avesse accesso al servizio e così il nostro saluto, senza alcuna certezza, è partito.
Siamo ancora stupefatte e commosse dalla risposta che abbiamo avuto di lì a poco. Per il tramite di Daniela, con una mail di grande spontaneità scritta a mano e scannerizzata, ci è arrivata una meravigliosa valanga collettiva di affetto e insieme l’incoraggiamento premuroso a reggere alla prova della reclusione da parte di donne che ben più duramente hanno dovuto imparare ad affrontarla. In poche righe e con un abbraccio virtuale ci è stata restituita tutta l’empatia che ci sforziamo di comunicare nei nostri incontri con loro, spesso dubitando di riuscire a trasmetterla come vorremmo. E invece… E’ stato un regalo inatteso e preziosissimo del Covid19.
Grazie, sorelle, la vostra solidarietà ci sta accompagnando e sostenendo in queste settimane grame!