Prendersi cura è la prima cura: “In passato abbiamo cercato, e usato, slogan aggressivi, quasi irriverenti, che giocassero sulla provocazione. Questa volta però abbiamo preferito fare qualcosa di diverso, vista la delicatezza e la drammaticità del momento. Non uno slogan aggressivo, quindi, che non avrebbe avuto senso, ma uno messaggio che da un lato facesse sentire noi di NAGA al passo con i tempi, mettendo al centro la nostra missione – siamo nati alla fine degli anni ottanta come ambulatorio di medicina di base – e dall’altro, proprio grazie al linguaggio e alle scelte lessicali, andasse oltre una visione medicalizzata della società, ampliando il concetto stesso di cura: anche grazie a quel riflessivo, prendersi cura, che rende esplicita la complementarità della cura di sé e della cura dell’altro”.

Grazie a Federico Faloppa e a Treccani per aver gettato un lucido sguardo sul panorama della comunicazione ai tempi del coronavirus, Leggi tutto l’articolo: CLICCA QUI