La pandemia, toccando tutti gli ambiti delle nostre esistenze, ci ha fatto pensare che forse, poteva essere l’occasione per ripensare la nostra società.

Invece la pandemia ha “solo” marcato le differenze, acuito le disuguaglianze e sottolineato quali siano le priorità della politica. Costringere le case farmaceutiche a consegnare le dosi di vaccini previste dai contratti che hanno sottoscritto? Rafforzare la sanità pubblica e interrompere ogni privatizzazione della salute? Fare pressione per la liberalizzazione dei brevetti? Rafforzare la scuola pubblica? No. Mantenere il controllo delle frontiere.

Così è accaduto che le massime autorità europee abbiano subito sostanzialmente senza reagire, il gesto, gravissimo, di Erdogan accompagnato dall’indecente passività di Michel e dalla maldestra pezza che ha provato a metterci oggi Ursula Von der Leyen sostenendo che abbiano parlato di diritti delle donne.

D’altronde Erdogan garantisce il controllo dei flussi migratori. Lo paghiamo profusamente affinché faccia, per conto dell’Unione e del Consiglio europeo, il grosso del lavoro di esternalizzazione delle frontiere. Gli intoccabili valori europei sulla parità di genere vacillano di fronte alla ragion di Stato.