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CPR: noi non entriamo…

Qualche settimana fa abbiamo ricevuto una richiesta di collaborazione da parte dell’ente gestore del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di via Corelli a Milano (R.T.I. Versoprobo S.C.S. – Luna S.C.S.), per ottenere da parte dei nostri volontari lo svolgimento di “servizi” all’interno del centro: nello specifico si richiede che i medici del Naga entrino per effettuare delle visite specialistiche quando necessario.


Tale richiesta sarebbe un’ulteriore conferma – dopo le numerose esternazioni da parte dell’ente gestore – dell’assenza di un protocollo d’intesa tra Prefettura e strutture pubbliche sanitarie sul territorio, previsto all’art. 3 del Regolamento CIE 2014. Questa assenza risulta a nostro avviso di estrema gravità, considerando soprattutto l’apertura del Cpr a settembre 2020 e il conseguente vuoto di tutela della salute di chi si ritrova rinchiuso all’interno.


Riteniamo che questo sia l’ennesimo tentativo di scaricare sul mondo del volontariato e dell’associazionismo i doveri e le responsabilità necessariamente legati alla gestione di un centro di detenzione amministrativa. Abbiamo da sempre denunciato tali centri – da prima che si chiamassero CPR – in quanto buco nero dei diritti dove vengono rinchiuse persone solamente perché non possiedono un valido titolo di soggiorno. Ribadiamo, fermamente e a gran voce, che i Centri di Permanenza per il Rimpatrio non devono esistere e che non intendiamo in alcun modo partecipare alle violazioni dei diritti che avvengono al loro interno.

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