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Una denuncia per un posto sicuro

La scena è quella a cui, da qualche tempo, le persone che compongono l’unità di Medicina di Strada del Naga, sono abituate: durante l’uscita serale in stazione Centrale a Milano, si avvicina al banchetto dell’accoglienza un ragazzo molto giovane che chiede un posto per dormire. Si tratta di uno dei molti minori stranieri non accompagnati che arrivano a Milano e non riescono a entrare nel sistema di accoglienza e di tutele che la legge a loro dedicata prevede. Questo volta, dopo le altre strade inutilmente tentate nelle settimane scorse, le volontarie decidono di portarlo in via Fatebenefratelli, dove si trova la Questura. Una volta arrivata alla guardiola di ingresso, la volontaria che accompagna il giovane marocchino di 16 anni, si trova immersa in un’altra scena di cui omettiamo i dettagli poco commendevoli, limitandoci a riferire gli effetti pratici del tentativo di permettere al ragazzo di essere identificato per entrare nel circuito di accoglienza, tutto quanto chiedeva.L’identificazione si sono rifiutati di farla dicendo che avrebbe dovuto tornare alle 8 del mattino successivo, l’orario di apertura dell’ufficio minori. A quel punto, il ragazzo ha deciso di presentare una denuncia, in sé veritiera, ma fatta al solo scopo di poter passare la notte nella sala di attesa dell’ufficio denunce.Tutta questa vicenda non è altro che l’ultima di molte altre simili che ci mettono di fronte all’evidenza che a Milano non esiste un servizio di pronto intervento per minori attivo di notte. Il Naga lo denuncia pubblicamente, ancora una volta, e chiede che le istituzioni interessate lavorino insieme per porvi rapidamente rimedio.

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