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Curiamo senza chiedere il permesso (prima puntata)

La testimonianza di un medico chirurgo del Naga

Il mio turno nell’ambulatorio medico del Naga si svolge il mercoledì pomeriggio.Anche il 17 marzo sono arrivato come sempre verso le 14.00, ma scendendo le scale non sapevo che quello sarebbe stato un pomeriggio molto particolare.L’ambulatorio era pieno, le casistiche, come sempre, le più varie: dalla semplice richiesta di farmaci di uso abituale, a casi legati a patologie stagionali, epidemie, allergie oppure terapie croniche o sintomi che richiedono indagini successive.In generale, vista la popolazione giovane, la maggior parte delle patologie che incontriamo sono di lieve entità e spesso legate alla situazione sociale delle persone che si rivolgono a noi.

Quel mercoledì, dopo vari pazienti, entrano nel mio studio due giovani egiziani accompagnati da un’amica che si era prestata come interprete. I due ragazzi non parlavano italiano, la barriera linguistica era totale.Il primo ragazzo si presentava per un problema banale.

Il secondo, che all’apparenza mostrava “sana e robusta costituzione”, ma anche confessava di essere forte fumatore, accusava stanchezza ed un senso di peso al torace.

Malgrado l’apparenza fisica insospettabile per patologie, ho visitato il ragazzo che presentava una pressione arteriosa normale ed anche la frequenza cardiaca normale con un ritmo regolare, però all’auscultazione con il fonendoscopio ho riscontrato un importante ed anomalo soffio cardiaco diffuso su tutta la zona di auscultazione del cuore.

Questo riscontro richiedeva, a mio parere, un’ immediata valutazione specialistica mediante visita cardiologica urgente suffragata da Elettrocardiogramma, ma soprattutto da un Ecocardiogramma che valuta la forma del cuore e la sua funzionalità di pompa. Ma nell’ambulatorio NAGA non è possibile effettuare esami di questo tipo per i quali rimandiamo alle strutture sanitarie del territorio.

Mi chiedo allora che cosa fare: inviare il paziente in ambulanza in pronto soccorso oppure attendere, indirizzandolo con le proprie gambe ad una visita ambulatoriale d’elezione ovvero senza urgenza? Da un lato il rischio di fare un invio inutile o dannoso, allarmista, dall’altro il rischio di sottovalutare una patologia grave che potrebbe comportare potenziale, serio rischio di vita.

Sento che è giusto intervenire: chiamo l’ambulanza e il ragazzo viene portato in urgenza al Policlinico di Milano.

Nonostante la mia ormai lunga esperienza e nonostante siano tantissimi i pazienti che ho incontrato, il ragazzo mi rimane impresso e, la mattina dopo, decido di informarmi telefonicamente: dal Pronto Soccorso è stato trasferito in Unità Coronarica e la diagnosi è stata: Insufficienza severa e stenosi moderata aortica condizionante dilatazione ventricolare sinistra ed ipertrofia parietale asimmetrica con funzione sistolica lievemente ridotta. Si associa dilatazione dell’aorta ascendente (calibro max 4,8 cm.) sino al passaggio con l’arco.

Traducendo: il soggetto aveva una valvola cardiaca (l’aortica) calcifica per cui non funzionante che pertanto aveva sottoposto il cuore ad un progressivo grave sforzo provocandone l’ingrossamento patologico con rischio ormai per la vita. Trasferito all’ospedale Sacco in Cardiochirurgia, è stato sottoposto ad un delicato intervento di sostituzione della valvola aortica e dell’aorta ascendente.

Dopo un decorso clinico regolare il ragazzo è stato inviato in un reparto di terapia riabilitativa specialistica e poi dimesso a fine aprile con terapia di mantenimento. Ho ripensato spesso al quel pomeriggio e quanto sia stata preziosa la presenza del Naga.

Un giovane, senza documenti, apparentemente sano e forte, al quale non era stata fatta fino a quel momento alcuna valutazione medica sa di poter venire al Naga e incontra un medico che grazie ad esperienza e scrupolosità prende sul serio un sospetto diagnostico e agisce tempestivamente, salvandogli letteralmente la vita.

Sarebbe altrimenti potute essere uno di quei casi in cui un giovane calciatore muore in campo per cause apparentemente misteriose.

Per lui, e per tutte le cittadine e i cittadini stranieri siamo qui.

Da 35 anni curiamo senza chiedere il permesso e ci schieriamo contro ogni discriminazione.

#nonsiamoneutrali

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