11 giugno ore 12:30 locali, 11:30 in Italia, Infopoint di Voluntari in Vama Sculeni, confine tra Romania e Moldova.
Le ultime 24 ore sono state davvero dense e indimenticabili; avevamo programmato di arrivare a Chișinău giovedì sera, l’abbiamo finalmente vista solo ieri verso le 19:30, con quasi 24 ore di ritardo; metà della giornata l’abbiamo trascorsa invece in sosta tra il confine rumeno e quello moldavo, causa mancanza di un documento che – per quel che abbiamo potuto capire – in Italia non esiste neppure, e la cui assenza ci ha impedito di far entrare farmaci in Moldova; ma sulle frontiere e quel che ne pensiamo abbiamo già detto e non insisteremo oltre.Finalmente a Chișinău, dunque.
Tra le molte associazioni con cui avremmo potuto collaborare, abbiamo scelto di costruire un rapporto col Roma National Center for Moldova di Chișinău, che si occupa in particolare di dare supporto alle persone di origine rom che dall’Ucraina si sono rifugiate qui per sfuggire alla guerra.
Queste persone si trovano qui perché negli altri paesi non sono state accolte, e proprio come troppo spesso accade in Italia, altrove non sono gradite; dal momento che anche in Ucraina le persone di origine rom vivono molto spesso in condizioni di estrema marginalità, molte di loro pur avendo la cittadinanza ucraina non hanno documenti, la Moldova è il solo paese che le ha lasciate entrare, e ora sono praticamente bloccate qui.
Anche tra chi fugge dalla guerra si fanno troppe discriminazioni, lo abbiamo denunciato fin dal primo giorno, e fin dal primo giorno ci siamo chiesti e chieste che cosa in concreto potevamo fare con le nostre forze per opporci a questa discriminazione e denunciarne l’intollerabilità; la nostra risposta è stata organizzare questa piccola carovana e venire qui da loro, con i nostri aiuti naturalmente, ma anche con i nostri corpi.
Ora che ci siamo e finalmente incontriamo Nicolae, tutto si svolge in modo molto diverso da come ce lo eravamo immaginato: troppe questioni burocratiche da sbrogliare per la donazione dei beni, molte decisioni difficili da prendere, pochissimo tempo per conoscersi, guardarsi negli occhi, parlare.
Non c’è tempo: con i nostri vincoli di rientro in Italia, alla fine a Chișinău rimaniamo soltanto per 13 ore, incluso il tempo necessario per spostarsi, mangiare, dormire, prepararsi e fare la spesa per il lungo viaggio di ritorno.
Tornati alla frontiera recuperiamo i farmaci, passiamo le dogane, stavolta senza grandi intoppi, e ci fermiamo nuovamente poco dopo all’Infopoint ad incontrare Alexandru, dell’associazione Mișcarea pentru Dezvoltarea Moldovei, alla quale abbiamo scelto di affidare i farmaci che non abbiamo potuto portare in Moldova, e che la prossima settimana raggiungeranno l’ospedale di Černivci in Ucraina.
Scaricati gli scatoloni, a fatica ci ricaviamo il tempo per quattro chiacchiere, un prezioso caffè e qualche foto; stavolta la commozione da parte di tutt* è palpabile, e gli abbracci finali non sono rituali; andarcene così in fretta è davvero crudele, e sarebbero ancora tante, tantissime le cose che vorremmo fare, ma non c’è molta scelta: tra il poco che possiamo e la rassegnazione, ancora una volta abbiamo scelto di esserci.
La strada è ancora lunga, si riparte.