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UN PORTO SICURO E DIRITTO D’ASILO PER LE PERSONE MIGRANTI

La selezione dei migranti arrivati al porto di Catania sulle navi delle ONG che li hanno salvati dal naufragio è stata effettuata sulla base di una rapida visita medica che ha stabilito chi di loro è una persona fragile e chi, non essendolo, è da respingere.

Dovrebbe essere sufficiente rileggere con attenzione questa frase per rendersi conto fino in fondo di quanto poco il Governo italiano si stia preoccupando della dignità umana di queste persone.

Tra di loro i non fragili sarebbero null’altro che il ‘carico residuale’ giudicato non idoneo dopo la conclusione dello ‘sbarco selettivo’.Un metodo e un linguaggio che, ancor prima della palese illegittimità giuridica di questi respingimenti collettivi, indicano la cifra dell’atteggiamento di totale indifferenza nei loro confronti.Scartati come merce non sdoganabile, vengono utilizzati come ostaggi messi sul piatto di una partita politica di cui non si capiscono ancora del tutto gli obiettivi specifici, se si escludono quelli propagandistici di una destra che, chiudendo i porti, vuol far mostra di tenere fede alle promesse elettorali, con l’esito paradossale, tra l’altro, di respingere proprio chi più rapidamente potrebbe raggiungere l’autonomia e divenire parte attiva della società.

Ostaggi che vanno immediatamente fatti sbarcare in quel porto sicuro che deve essere garantito a qualsiasi persona salvata in mare, restituiti al loro status di esseri umani; persone titolari di diritti incomprimibili, incluso quello di richiedere la protezione internazionale, che vanno riconosciuti e garantiti.

Il Naga esprime tutta la sua solidarietà a chi con ostinazione si rifiuta di lasciare il porto, a chi è sceso a terra e a chi è ancora in mezzo al mare.

Da parte nostra: vi aspettiamo.

Foto di Miguel Á. Padriñán

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