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NON PIÙ FREDDO: dall’album dei ricordi di Medicina di Strada.

Periferia di Milano, viale Forlanini, lo stradone che va a Linate, nel 2011 o giù di lì; notte, freddo, una camminata tra sterpi e rovi nel fango; “Non hai messo le scarpe giuste” mi dice L.
Arriviamo finalmente al piccolo campo di poche baracche di legno e teloni di plastica; in mezzo c’è un fuoco e intorno uomini, donne, bambini, anziani, o meglio, persone che come sempre mi sembrano tali, ma in realtà spesso hanno molti anni meno di me.
Il medico fa qualche visita lì, ad alcuni dice di venire al camper posteggiato un po’ lontano, sulla strada, dietro a un muro; ci sono topi, tanti topi: il medico ci dirà poi di aver visto un neonato con un morso alla testa.
Ci invitano con insistenza a sedere con loro intorno al fuoco: bevono, fumano, parlano, ridono, e noi con loro. I bambini ci stanno addosso, scherzano.
Porgo a una donna anziana un cappotto piumone che avevo portato; lei all’inizio si schernisce incredula, poi lo prende, lo indossa, i suoi occhi brillano di gioia: “Non più freddo” dice.
Mi abbraccia, mi fa alzare e accenna insieme a me ad una danza intorno al fuoco.

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