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LA NORMALITÀ DEI SOGNI: da una volontaria di Medicina di Strada

Il mio ricordo di questi 2 anni al Naga sono le persone.

Ho un vivido ricordo di tantissimi ragazzi, la prima emozione che riemerge con il loro ricordo è la malinconia di aver conosciuto ragazzi, coetanei e signori che nelle serate passate assieme cercavano solo un po’ di normalità, essere cittadini e persone comuni.

Il primissimo ricordo che tutte le volte mi tocca il cuore è di B., un ragazzo devastato dal suo viaggio alla ricerca della normalità, che lo ha così trasformato da non riuscire a interagire; però ricorda ogni data importante, ad esempio quella dello sbarco in Italia. Abbiamo provato ad aiutarlo, ma dopo un anno ci è arrivata notizia che il suo sguardo perso ora è a San Vittore.

Poi c’è sicuramente il sedicenne che nell’arco della sua vita ne ha già viste troppe e decide che in strada non ci vuole più stare, vuole essere normale, e ci chiede di accompagnarlo in questura per poter ottenere il suo diritto a essere un sedicenne, ma quegli stessi adulti che dovrebbero proteggerlo gli sbattono la porta in faccia perché lui è diverso da qualsiasi altro sedicenne italiano, lui può dormire per strada, per lui non è pericoloso.

Poi ci sono quelli che per noi sono le anime perse della Stazione Centrale, persone sfatte dall’alcol e dalla droga; ma la prima sensazione che riemerge in me è quella di coetanei, chi più chi meno, che nelle serata passate assieme vogliono sentirsi normali, capiti. Chi facendo lo stupido, chi raccontando la sua vita normale in Marocco facendoti vedere le macchine, o come era sportivo e palestrato; chi ti racconta degli amori che lo fanno stare male e ti fa parlare con la presunta fidanzata al telefono, e chi invece la sua storia non te la vuole raccontare e preferisce mettersi a disposizione e aiutare per sentirsi un po’ come noi, come F.Gli ultimi ricordi sono di questi ultimi mesi, sono dei transitanti afgani. La loro fierezza ed educazione, dagli adulti ai tredicenni, con un coraggio che solo la disperazione può avere. Hanno viaggiato e lottato per trovare un posto dove costruirsi una vita normale e in questo caso l’Italia è solo un luogo di passaggio, in attesa di arrivare nel posto sicuro in cui iniziare la loro vita.

Mi sono trovata sul loro tragitto e l’aspetto disorientante è come questi viaggi siano vissuti da adolescenti, adolescenti come tanti, che ascoltano musica trap, appassionati di calcio e che si fanno i selfie tra amici mentre attraversano confini per raggiungere un luogo dove sperano di costruire i propri sogni.

#nagaenergia

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