Milano, via Cagni. Sono le 0:30 di martedì 21 marzo.
È finalmente primavera. Ovunque, ma non qui.
Dopo due settimane di chiusura la Questura di Milano sta per dare il via alla selezione, che, davanti ai pochi giornalisti, presenti, questa notte si rivelerà ancor più drammatica.
C’era da aspettarselo, pensiamo. Le persone erano inevitabilmente più del solito e con loro la paura di non poter esercitare – neppure questa volta – il diritto a presentare domanda di protezione internazionale.
È passato troppo tempo dall’ultimo tentativo di accesso, e altrettanto ne passerà prima di poter ritentare. “Devo riuscirci, ne va della mia vita” è quello che pensa ognuno di loro.
E così, non appena la Polizia apre un varco tra le transenne, la disperazione diventa protagonista: centinaia di richiedenti asilo hanno fame di diritti e pretendono di esercitarli.
La polizia non ci sta: indossa i caschi, impugna scudi e manganelli e si scontra contro i sogni di persone giunte in Italia con la speranza di trovare civiltà.Come pericolosi criminali verranno costretti a inginocchiarsi dinanzi agli agenti in tenuta antisommossa.Dopo numerose chiamate e una lunghissima attesa, infine, a soccorrere le persone rimaste a terra arriveranno le ambulanze: quattro saranno trasportate al Pronto Soccorso, tra cui una in codice giallo, ma ancora più numerosi saranno i contusi meno gravi.
Qualcuno pagherà mai per tutto questo?