Alcune giovanissime donne, e un uomo altrettanto giovane, salgono su un camion per tentare di passare la frontiera tra l’Italia e la Francia. Il camionista le scopre e le prende a cinghiate. Questa è, in sintesi, la notizia.
Di fronte a episodi di questo tipo la domanda che, immediata, emerge è: com’è possibile?
Com’è possibile prendere a cinghiate delle persone perché si sono nascoste su un camion?
Com’è possibile lasciare morire un bracciante amputato senza soccorrerlo?
Com’è possibile non salvare chi rischia di affogare in mare?
Com’è possibile osare dar da mangiare vermi a chi è chiuso in un CPR?
Dov’è finito un minimo – un minimo – di umanità?
Quel minimo di umanità è finito quando abbiamo cominciato a chiamare le persone migranti vucumprà, baluba, clandestini, poveri cristi, carico residuale..
I processi di criminalizzazione passano anche attraverso il linguaggio supportato e rafforzato da una politica che fa del razzismo un metodo istituzionale, e gli effetti dei processi di disumanizzazione sono violenti e contagiosi. E toccano chiunque.