Notizie

Emergenza Covid: indispensabile la regolarizzazione delle persone straniere

Si leggono e si sentono in questi giorni proposte di regolarizzazione di cittadini stranieri irregolari per sopperire alla mancanza di manodopera nella filiera agricola. Il ragionamento è: mancano 200.000 braccianti, noi regolarizziamo 200.000 irregolari e la stagione è salva. Cosa c’è che non va in questo ragionamento? Due cose.

La prima: gli irregolari di cui si parla non sono persone che, in mancanza di documenti, non vivono e lavorano. Lo sappiamo bene al Naga dove giornalmente forniamo assistenza medica e legale a cittadini stranieri irregolari che in molti casi vivono e lavorano da tempo in Italia, senza tutele di nessun tipo. Quindi gran parte dei braccianti che si pensa di attirare al lavoro nei campi stanno probabilmente già lavorando, senza tutele, in quei campi, come dimostra la petizione online lanciata dai braccianti stessi che vivono nei ghetti della raccolta agricola. Casomai sono venuti a mancare i lavoratori comunitari e quelli extracomunitari stagionali a causa della pandemia.

Secondo: se la pandemia può e deve essere un’occasione per ridare dignità e mettere in regola migliaia di persone, bisogna anche smettere di legare i diritti al solo tornaconto economico e utilitaristico. I diritti dovrebbero essere universali e non a tempo determinato, occasionali.

Quindi, per tornare ai 200.000 cittadini irregolari: li regolarizziamo o no? La risposta è: assolutamente sì.

E non solo i cittadini stranieri legati alla filiera agricola ma anche tutti gli altri. Perché se questa pandemia può insegnarci qualcosa è che la mancata tutela dei diritti, a partire da quello della salute, è una questione che ci riguarda tutti, senza distinzione di nazionalità o status legale.

A questo link potete leggere una proposta di legge, preparata dall’ASGI e sottoscritta dal NAGA, che risponde a questa esigenza.

Foto di cottonbro

Sostieni il Naga, adesso.

Il tuo sostegno, la nostra indipendenza.