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Un americano clandestino

Pubblichiamo la testimonianza di un cittadino americano che si è rivolto al Naga.

Ciao, volevo condividere la mia esperienza con Naga nel caso in cui qualcuno stia pensando due volte prima di consultarli.

Sono un cittadino americano di 61 anni. Sono arrivato a Milano nel 1993, già sposato con una donna milanese, quindi mi è stato dato automaticamente un permesso di soggiorno. Da bravo ragazzo che ero, ho fatto il codice fiscale, patente, tessera sanitaria, residenza, tutto.

Abbiamo avuto un figlio nel 1995, e sono passati gli anni, durante i quali nessuno mi ha mai chiesto di vedere il mio permesso – che tra l’altro presumevo fosse permanente, dato il mio stato di famiglia. Ma poi, la prima volta che ho dovuto mostrarlo a qualcuno – non ricordo perché – ho scoperto che era scaduto da anni.

Per farla breve, non avevo agito in tempo e la scadenza del mio permesso era diventata progressivamente una fonte di ansia. Ho parlato con amici stranieri, funzionari comunali e un paio di avvocati e mi è stato detto, o di non preoccuparmi, o di “tornare negli Stati Uniti, lì si sta meglio” (il che non è assolutamente vero!), o mi hanno sepolto sotto una montagna di documenti e procedure che non avrei mai potuto capire, con tanto di indicazioni totalmente contradittorie fra di loro.

Alla fine, non ho fatto nulla, ho incrociato le dita e ho sperato per il meglio. Parliamoci chiaro – questo era un lusso che potevo permettermi perché 1) sono bianco, 2) ho un passaporto americano, e 3) parlo un discreto italiano. Non posso nemmeno immaginare come deve essere per i ‘clandestini’ come me, ma che poi non sono come me – perché’ hanno la pelle più scura, o i passaporti diversi, o che non hanno ancora avuto la possibilità di studiare l’italiano.

Mi sentivo una m*rda per aver sfruttato la mia americanità e il colore della mia pelle, ma allo stesso tempo ero terrorizzato dalle complessità della burocrazia italiana e dall’imprevedibilità della giustizia italiana.

Ho continuato a lavorare e a pagare l’affitto e le bollette e le tasse (il codice fiscale non scade mai!!), mentre nascondevo il mio oscuro segreto di essere un clandestino. Per un qualche colpo di c*lo sfacciato, non mi sono mai ammalato o infortunato in questi 28 anni, non ho mai dovuto interagire con la polizia per nessun motivo, quindi non ho mai avuto bisogno ne’ della tessera sanitaria ne’ del permesso (quando viaggio, basta sfoggiare il passaporto americano, altra istanza del ‘white privilege’)

PERÒ. Si presenta il Covid 19. E io, come ogni persona razionale, voglio essere vaccinato – per proteggere non solo me stesso, ma la mia famiglia e gli amici e l’intera comunità. Vaccinarsi per questa o qualsiasi altra malattia è un dovere civico, dopo tutto.Poi scopro che non c’è un piano per vaccinare noi ‘clandestini’. WTF!? La gravità del virus e la minaccia che rappresenta per la salute dell’intera comunità mi hanno finalmente fatto uscire dalla mia passività. Avevo bisogno della tessera sanitaria per essere vaccinato, così ho deciso che era finalmente il momento di “mettere in ordine i documenti”.

Così mi sono rivolto a Naga. E vi dico che in 28 anni di navigazione nella burocrazia italiana, dalla semplice spedizione di un pacco alle Poste alle complessità del divorzio, non ho mai incontrato persone così gentili e competenti. Le due signore di più o meno la mia età che mi hanno aiutato NON erano assolutamente la tipica mamma che non si ricorda come inviare un’email – erano più simili a degli hacker, con le dita che volavano sulla tastiera mentre organizzavano appuntamenti per ogni passo del lungo e complicato processo di “mettere in ordine i documenti”, sapendo esattamente dove andare e cosa fare. Il tutto mantenendo una calma rassicurante, spiegando in termini comprensibili tutti i quando, i dove e i perché.

Ho lasciato quell’ufficio con un senso di sollievo che non provavo da decenni. So che ho un percorso lungo e difficile davanti, ma grazie alle meravigliose persone del Naga, ho finalmente CAPITO cosa devo fare.

Fidatevi di me, potete fidarvi di loro!

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