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Via Cagni: chiamano l’ambulanza per i richiedenti asilo, volontarie e volontari identificati.

Milano, lunedì 20 febbraio 2023, quarta settimana di monitoraggio di Naga e APS Mutuo Soccorso; ieri notte nessuna carica per inseguire le persone nel parco o nella via; alla fine della solita lunghissima, sfibrante attesa, con criteri che sfuggono a qualsiasi traccia di spiegazione razionale, anche questa volta saranno incolonnate 120 persone che alle 7 del mattino avranno accesso agli uffici per ottenere, infine, un appuntamento tra qualche mese.

La parvenza di ordine a cui la Questura sembra tenere tanto è disturbata però dai lampeggianti delle ambulanze: due chiamate dai poliziotti, un’altra chiamata da noi, altre due più un’automedica intervenute su richiesta dei primi soccorritori, tutte accorse sul posto per curare alcune persone contuse, tra le quali almeno sei soccorse da noi, che riferivano di essere cadute fuggendo o di essere state colpite dalle manganellate nelle cariche di alleggerimento.

A seguito dell’arrivo delle ambulanze, la Polizia ha chiesto chi le avesse chiamate e proceduto all’identificazione di una volontaria dell’APS Mutuo Soccorso e di sei tra volontarie e volontari del Naga con la pretestuosa motivazione di voler chiamare le persone a testimoniare in caso di necessità.

“Quella che stiamo monitorando sarebbe la procedura di avvio della domanda di protezione internazionale a Milano; usiamo il condizionale perchè non ci sentiamo di definire ‘procedura’ quello a cui stiamo assistendo in queste notti passate davanti alla caserma Annarumma di via Umberto Cagni” dichiara Anna Radice Presidente del Naga “Non vediamo traccia di una gestione ordinata, ma piuttosto la violazione della dignità umana si accompagna a caos, incertezza e arbitrarietà” prosegue la Presidente.

“Inoltre troviamo una fatto di assoluta gravità l’identificazione delle volontarie e dei volontari, anche se siamo consapevoli che passare dalla criminalizzazione delle cittadine e dei cittadini stranieri a quella anche di chi porta assistenza e solidarietà è ormai una prassi consolidata, il cosiddetto decreto ONG approvato in Parlamento la settimana scorsa lo ribadisce chiaramente. Ma noi non ci lasciamo intimidire: se chiamare un’ambulanza o salvare vite in mare è un reato, siamo pronti a farci identificare” conclude Radice.

Unica nota positiva, la presenza di esponenti di associazioni e partiti politici, tra cui alcune persone con incarichi nell’amministrazione comunale e municipale, che hanno voluto accertarsi di quanto sta realmente accadendo e incontrare le persone in attesa, e hanno così potuto verificare personalmente quanto la realtà sia lontana dai comunicati ufficiali della Questura: dopo aver agito per mesi in solitudine, su via Cagni abbiamo finalmente cominciato ad accendere i riflettori, e non ci fermeremo certo ora.

#nagaenergia

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