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GLI OSPEDALI NON SI TOCCANO!

Dal 1987 il Naga offre assistenza sociale, legale e sanitaria gratuita alle cittadine e ai cittadini stranieri.
Ogni giorno vediamo all’interno del nostro ambulatorio medico persone che hanno scelto di lasciare il proprio Paese o che sono state costrette a farlo per fuggire a povertà, violenze e guerre. E offrire cure è, per noi, la cosa più naturale e giusta da fare. Senza discriminazione alcuna.

Mentre curiamo, mentre accogliamo un bisogno, riconosciamo e affermiamo un diritto fondamentale, quello alle cure.
E proprio mentre curiamo non possiamo non sentire forte e dirompente ciò che succede fuori dal nostro ambulatorio. Mentre svolgiamo una visita, nello stesso momento, una visita viene svolta dai colleghi che stanno operando nella Striscia di Gaza. Loro, insieme alle persone che stanno visitando, rischiano la vita dentro un ambulatorio, dentro un ospedale, dentro un’ambulanza.
Per questo:

Noi, come personale sanitario del Naga, vogliamo denunciare nel modo più netto la prevaricazione compiuta dalle forze armate israeliane con l’attacco alle strutture ospedaliere nella Striscia di Gaza.

L’aggressione a strutture ospedaliere, alle persone ricoverate e a chi opera in ambito sanitario non è giustificabile in nessun modo e in nessuna situazione.

La presunzione che all’interno degli ospedali si nascondano le persone sospettate di terrorismo, o appartenenti a forze militari avversarie, NON è un motivo valido per privare persone bisognose di cure e assistenza. Tanto più in situazioni in cui non esistono alternative praticabili per garantire cure vitali.

L’operazione nella Striscia di Gaza dove sono bombardati, presi d’assalto e occupati deliberatamente gli ospedali e i luoghi di cura, riducendo in modo insostenibile la capacità di assistenza alla popolazione, non ha precedenti. Così come l’accanimento mortale sulla popolazione civile, in particolare minori, donne e persone anziane, praticato sia in Ucraina sia nella Striscia di Gaza.

Dovere etico di chi svolge la professione è quello di occuparsi della salute delle persone che ne hanno bisogno, indipendentemente da qualsiasi considerazione di appartenenza:

Codice di Deontologia medica, articolo 3. – Doveri del medico

Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, di sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. La salute è intesa nell’accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisico e psichico della persona.

Ospedali e strutture di cura, e tanto più in tempo di guerra, rappresentano una risorsa assolutamente necessaria.

Esiste un Diritto Internazionale che li tutela

Convenzione di Ginevra, articolo 18

Gli ospedali civili organizzati per prestare cure ai feriti, ai malati, agli infermi e alle puerpere non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle Parti belligeranti.

Non rispettare questi principi è prima di tutto disumano oltre ad essere una violazione del diritto internazionale, dell’etica professionale medica e delle basilari norme del vivere civile e porta l’umanità a un arretramento etico inaccettabile.

Noi, che ci dedichiamo a diagnosi e cura di ogni paziente, di qualsiasi nazionalità e origine, denunciamo con forza qualsiasi attacco armato agli ospedali e ogni intervento che porti all’impossibilità di funzionare, come ingiustificabile e illegittimo.

Milano 15/01/2024

Foto: © Credito: CHINE NOUVELLE/SIPA / Ipa-Agency.Net / Fotogramma

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