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IL NAGA CHIEDE IL SEQUESTRO DEL CPR DI MILANO

Ieri, martedì 16 aprile 2024, l’avvocato Eugenio Losco del Foro di Milano ha depositato per conto del Naga formale esposto presso la Procura della Repubblica di Milano perché vengano effettuate le opportune indagini per accertare le responsabilità sia in relazione agli episodi relativi alla violenza esercitata all’interno del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli 28 da parte di alcuni appartenenti alle Forze di Pubblica Sicurezza, sia in relazione al malfunzionamento del CPR sotto l’aspetto amministrativo ed igienico sanitario.

L’associazione è venuta a conoscenza di quanto messo all’attenzione della Magistratura attraverso messaggi audio e video e foto provenienti da persone trattenute nel centro nel periodo tra il 10 e il 18 febbraio; alle segnalazioni hanno quindi fatto seguito tre accessi alla struttura effettuati allo scopo di accertare quanto stava accadendo, nel corso dei quali persone del Naga e il dott. Nicola Cocco della rete Mai Più Lager – No ai CPR hanno accompagnato il consigliere regionale Luca Paladini domenica 11 febbraio e il consigliere regionale Paolo Romano venerdì 16 e sabato 17 febbraio.

I fatti a cui l’esposto si riferisce, riassunti in allegato al presente comunicato, sono avvenuti in un periodo in cui il ramo d’azienda di Martinina srl che gestiva il centro era già stato sequestrato su richiesta della Procura della Repubblica di Milano, accolta dal GIP il 21 dicembre 2023; da quella data il CPR è quindi sottoposto tramite il Commissario al controllo della Magistratura, potere di garanzia per eccellenza.

Purtroppo, non diversamente da quanto è sempre successo in tutti i centri di detenzione amministrativa, il CPR di via Corelli continua a rivelarsi un luogo dove, come scrive il dott. Cocco nella sua relazione su quanto riscontrato in quei giorni,  si evidenzia  “ancora una volta come continue pratiche di deumanizzazione messe in atto nel contesto del CPR portino alla legittimazione della violenza, che si sta pericolosamente confermando come la realtà principale in tale luogo, che dal punto di vista medico e di sanità pubblica, nonostante il recente commissariamento, continua a presentare gravissimi elementi di criticità”.

 “Siamo molto preoccupati: nonostante il provvedimento di commissariamento fosse motivato dalla necessità di interrompere la situazione di illegalità vigente nel centro – afferma Riccardo Tromba, presidente del Naga – nella vita quotidiana delle persone rinchiuse nel CPR non sembra esserci stato nessun cambiamento tangibile; anche nel periodo successivo ai tre accessi di febbraio il nostro centralino SOS CPR ha continuato infatti a ricevere segnalazioni di gravi irregolarità che mettono a rischio la salute dei trattenuti e la tutela giuridica dei loro diritti.”

Citiamo qui solo due casi esemplari risalenti alle ultime settimane:

  • Alcuni video pervenuti mostravano una persona abbandonata a sé stessa vagare nei locali e nel cortile, totalmente incapace di gestirsi ed evidentemente imbottita di sedativi;
  • Un ragazzo molto giovane ha denunciato di essere stato rimpatriato senza che la sua domanda di protezione internazionale potesse essere valutata, sia pur con i limiti molto restrittivi imposti dalle attuali normative, perché un’operatrice del centro gli avrebbe impedito di manifestare la volontà di presentarla.

“Nemmeno la gestione commissariale sembra essere stata in grado di garantire i diritti minimi e inalienabili e il rispetto della dignità delle persone: a maggior ragione, non è sicuramente verosimile che il ventilato ampliamento e affidamento a nuovo gestore privato possa migliorare la situazione” prosegue Tromba;
“Al fine di evitare il ripetersi dei trattamenti disumani e degradanti che vengono segnalati fin dalla sua riapertura come centro di detenzione amministrativa nel settembre del 2020, l’esposto presentato dal Naga si chiude perciò con la richiesta di sottoporre a sequestro preventivo l’intera struttura con l’effetto di chiuderla”.

“La nostra attività di osservazione del CPR di Milano non finisce certamente con questo esposto; al contrario, specialmente ora, a fronte della necessità di svolgere lavori di ristrutturazione del centro e di avviare la procedura per affidarne la gestione a un nuovo Ente, vogliamo ribadire con forza il nostro appello a tutte le organizzazioni della società civile a vigilare su quanto accadrà, a tutela non solo dei diritti delle persone straniere ma di quelli dell’intera cittadinanza”, conclude Tromba.

SCARICA LA SINTESI DEI FATTI PRINCIPALI OGGETTO DELL’ESPOSTO CON I LINK AI VIDEO

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