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SE DENUNCI TI DEPORTO

Il Ministero dell’Interno allontana una delle vittime degli abusi nel CPR di Milano

Sabato 27 aprile il centralino SOS CPR è stato contattato da H, diciottenne tunisino citato nell’esposto presentato dal Naga alla Procura della Repubblica di Milano; così scrivevamo nella sintesi dell’esposto resa pubblica nel corso conferenza stampa dello scorso 17 aprile:

Le prime notizie di violenze subite arrivano, intorno alle 22.41 [di sabato 10 febbraio]. Un giovane ragazzo tunisino lamentava di essere stato picchiato da agenti di polizia. Dalle 2.10 in poi, arrivavano alcuni video che mostravano 20 agenti della Guardia di Finanza, entrati nel modulo, mentre prendevano a manganellate lo stesso ragazzo e un altro uomo che aveva tentato di difenderlo”. Il referto del Pronto Soccorso, dove H sarà inviato solo nella tarda mattinata dell’11 febbraio a seguito della diffusione del video delle violenze, riscontrerà come conseguenza del pestaggio la frattura di tre costole.

H chiamava dalla Tunisia, dove si trovava già da tre giorni a seguito del suo rimpatrio forzato; il suo racconto narra di un fermo eseguito a Rimini con immediato trasferimento in un centro siciliano, un CPR o forse uno di quei ‘luoghi idonei’ al trattenimento di persone da deportare con procedure rapide, istituiti dal decreto Salvini e sempre più diffusi sul territorio nazionale; con rapidità davvero insolita, solo cinque giorni dopo veniva collocato su un volo con destinazione Tunisi.

Il fermo, dunque, sarebbe avvenuto il 19 o il 20 aprile, appena due o tre giorni dopo la presentazione dell’esposto del Naga: difficile pensare che i funzionari che hanno gestito questa operazione non fossero a conoscenza della sua storia, che, come ricordato sopra, era stata già stata resa pubblica da un post della rete Mai più lager – No ai CPR la notte stessa dei fatti.

“Sia la fretta nell’esecuzione del provvedimento di espulsione sia la coincidenza temporale con la presentazione dell’esposto non possono non indurre il sospetto che vi sia un tentativo di ostacolare il chiarimento da parte della Magistratura dei fatti avvenuti nel CPR di Milano il 10 e l’11 febbraio” dichiara Riccardo Tromba, presidente del Naga.

“Chiediamo pertanto che a questo ragazzo appena diciottenne, che viveva nel nostro paese da oltre cinque anni, venga permesso di rientrare in Italia per testimoniare quanto ha subito e intervenire nei procedimenti che auspichiamo si aprano il più presto possibile. In uno stato di diritto non può avere spazio un uso del rimpatrio forzato quantomeno tanto disinvolto e inopportuno da incidere pesantemente sull’efficacia delle indagini”, conclude Tromba.

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