Il Senato italiano ha appena ratificato, con l’ennesima fiducia imposta, il cosiddetto Decreto Sicurezza.
Le norme approvate incidono in modo pesante sulle libertà individuali, evidenziando profili di evidente incostituzionalità.
“Quello approvato è un provvedimento frutto di alcuni decenni di criminalizzazione di tutto ciò che viene considerato diverso o non conforme“ afferma la presidente del Naga, Emilia Bitossi.
“In tutti questi anni, il primo bersaglio sono state le persone migranti, ritenute intrinsecamente pericolose perché facilmente riconoscibili come nemiche e capri espiatori. Usando un’iperbole – amara ma tutt’altro che provocatoria – si potrebbe dire che l’accanimento securitario contro le persone migranti ha finito per estendersi anche ad altre forme di ‘difformità’, simili a quelle che si generano in una società quando gruppi più o meno organizzati intendono esprimere dissenso. Anche pacificamente, come risulta evidente soprattutto dalle nuove norme che reprimono i blocchi stradali non violenti e le altrettanto pacifiche forme di protesta messe in atto nelle carceri e nei centri per migranti. In quest’ultimo caso, i centri di accoglienza non vengono più distinti da quelli di detenzione, con un’assimilazione che ci pare più incline a riconoscere tutti i centri per migranti come luoghi di contenzione, che non si può non definire di carattere penitenziario“ prosegue la Presidente.
“Come Naga, non siamo stupiti dal decreto, ma siamo fortemente preoccupati. È evidente che sono stati individuati prima i nemici, e solo dopo i reati” conclude Bitossi.