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Un visto e un arcipelago

Le migrazioni fanno parte della storia dell’umanità.
A spingerle sono sempre state le cause più diverse: guerre, carestie, persecuzioni, violenze, sogni e desideri individuali. E anche i cambiamenti climatici.

Da anni si parla di “rifugiati ambientali”. Le migrazioni del futuro, si diceva.
Spoiler: il futuro è già arrivato.

Oltre 4.000 abitanti di un piccolo Stato insulare della Polinesia hanno chiesto un visto climatico a Canberra. Il loro arcipelago sarà inghiottito dal mare. Letteralmente.

Quattro mila persone: quasi la metà dell’intera popolazione.
E l’Australia ha risposto con una lotteria: un sorteggio per assegnare il primo visto al mondo per motivi climatici.
I fortunati vincitori saranno meno di un decimo dei richiedenti.
Un visto. Un arcipelago che scompare.
Messe insieme, queste due immagini raccontano meglio di qualsiasi analisi l’inadeguatezza delle risposte politiche al fenomeno migratorio.

Cosa ne sarà di chi non otterrà il visto?
Dovranno restare ad affondare insieme alle loro case?

Una vicenda “piccola”, che però dice molto:
che il cambiamento climatico si deve affrontare con urgenza invece che rimuoverlo dalle agende internazionali prone al nuovo inquilino della Casa Bianca;
e che la libertà di movimento, di fronte alla Storia e alla Natura, è l’unica risposta sensata e praticabile. Per non essere sommersi.

Foto di Asad Photo Maldives

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