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Contributi sproporzionati

A partire dal 30 gennaio 2012 un cittadino straniero che voglia chiedere
il rilascio o il rinnovo di un permesso di soggiorno deve spendere da un minimo
di € 152,12 fino a € 272,12.

Questo perché, in aggiunta a dei costi già previsti (marca da bollo,
bollettino postale per permesso di soggiorno elettronico, invio della
raccomandata) un decreto entrato in vigore un anno fa ha dettato le norme sul contributo relativo al rilascio e al rinnovo del permesso
di soggiorno, introdotto dalla legge 15 luglio 2009 n. 94 (il famoso “pacchetto
sicurezza”).

“Mentre la spesa
sostenuta da un cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione per avere
una carta di identità cartacea di validità decennale è pari a €5,42 –
spiegano i
volontari del Naga– il cittadino extracomunitario
che voglia soggiornare regolarmente in Italia per lo stesso periodo di tempo
(cioè 10 anni) è esposto a un onere finanziario pari a €172,12 (permesso di due anni) x 5 rinnovi = € 860,6
(cioè circa 159 volte superiore alla spesa sostenuta per la carta di identità)!

Il 26 Aprile 2012
la Corte di Giustizia Europea ha condannato i Paesi Bassi –
continuano i
volontari del Naga– poiché l’alto costo
che gli stranieri in quel paese devono sopportare per vedersi rilasciare il
permesso di soggiorno (€ 201) è incompatibile con la Direttiva 2003/109/CE che
prevede di non scoraggiare i cittadini di Paesi terzi dall’esercitare il
proprio diritto di soggiorno. Nel caso olandese –
concludono i volontari
del Naga – mettendo a confronto gli
importi richiesti ai cittadini stranieri con quelli dovuti per il rilascio
della carta d’identità, la Corte ha rilevato la natura sproporzionata dei
contributi richiesti ai cittadini stranieri ed ha per questo condannato il Paese
europeo”
.

Il Naga ha deciso quindi di portare all’attenzione della Commissione
Europea l’iniqua tassa di soggiorno in vigore da ormai un anno in Italia,
augurandosi che si giunga alla soppressione di questi contributi.

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