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Il richiamo della foresta

 

Per Maroni sarebbe stata una buona
occasione per dimostrare che la sua Lega è diversa da quella di Bossi. E
invece, quando si tratta di migranti, la Lega è sempre la stessa: sente il
richiamo della foresta e dà il peggio.

 

Martedì il Consiglio regionale lombardo con
voto palese ha negato ai minori irregolari, figli di stranieri senza permesso
di soggiorno, il diritto d’avere il pediatra di base. La maggioranza (Lega,
Pdl, Fratelli d’Italia) ha respinto una mozione presentata dal Patto civico di
Umberto Ambrosoli, condivisa dal Pd e votata anche dal MoVimento5Stelle.

 

Non è una richiesta bizzarra o
estemporanea: l’attribuzione del pediatra di libera scelta (di più:
l’iscrizione obbligatoria dei minori irregolari al Servizio sanitario
nazionale) è uno degli impegni contemplati dall’Accordo Stato-Regioni, volto a
uniformare al livello più alto l’assistenza sanitaria ai cittadini stranieri
(regolari e non) e neocomunitari. Semmai
la “mozione Ambrosoli” peccava di parzialità cogliendo solo il punto inerente
ai bambini di immigrati non regolari e non rivendicando gli altri 10 punti
essenziali (Accordo Governo, Regioni e Province autonome).

 

Tale Accordo è stato sottoscritto lo scorso
20 dicembre da tutte le Regioni. La firma di Formigoni, per la Lombardia,
vincola sia il suo successore che la nuova giunta ad applicare l’Accordo nella
sua interezza.

 

La maggioranza di destra
ha fatto come se quel vincolo non esistesse e ha usato il dibattito in aula
come tribuna per pronunciare trite, ma sempre sconce, idiozie. Per Maria Teresa Baldini (Lista Maroni) i bambini irregolari
costituiscono “un’invasione del nostro tessuto sociale”. Riccardo De Corato
(Fratelli d’Italia) ha accusato il centrosinistra di “strumentalizzare” i
bambini come “pretesto” per attaccare la Bossi-Fini. Svetta su tutti il
leghista Fabio Rizzi, presidente della Commissione sanità: dopo aver ribadito
che per gli irregolari – sia grandi che piccini – il Pronto soccorso basta e
avanza, ha aggiunto d’essere tentato dalla mozione Ambrosoli perché mentre il
Pronto soccorso non ha l’obbligo di segnalare i “clandestini”, il pediatra in
quanto pubblico ufficiale – a suo dire – ce l’avrebbe.

 

Contro simili argomenti possono molto poco
le ragioni umanitarie, le convenzioni internazionali, le carte dei diritti e,
persino, il conto economico: è risaputo che il pediatra di base costa meno del
Pronto soccorso, migliora l’organizzazione e la qualità del servizio sanitario.

 

A oggi, cinque Regioni e la Provincia
autonoma di Trento garantiscono in forme diverse il pediatra di libera scelta
ai minori irregolari. Quante dovranno diventare per convincere la riottosa
Lombardia a fare quel che è obbligata a fare?

E quanto si dovrà attendere prima che anche
i bambini figli di cittadini neocomunitari non iscritti al servizio sanitario
nazionale, come molti bambini rom rumeni, siano iscritti al pediatra di base?

L’Accordo prevede che lo Stato abbia
diritto a subentrare alle Regioni inadempienti. Queste strade, purtroppo, hanno
tempi lunghi. Servirebbe un’idea, un colpo d’ala per abbreviarli.

 

“Non finisce qui”, promette l’opposizione
di centrosinistra dopo la bocciatura della mozione Ambrosoli. Annuncia
audizioni delle associazioni che si battono per i diritti dei migranti, Naga
compreso.

 

Daremo il nostro contributo, dentro e fuori
il Consiglio regionale, perché l’Accordo Stato-Regioni venga attuato nella sua
interezza anche in Lombardia, un passo importante verso la tutela del diritto
alla salute di tutti i migranti.

 

Naga: 349.1603305 -02.58102599
naga@naga.it

 

Link utili:

Accordo
Governo, Regioni e Province autonome

Comunicato
della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (S.I.M.M)

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