Notizie ,

I luoghi e le Persone – Un segnale inequivocabile

Milano 2018. Soluzioni pakistane alla costruzione di un tetto.

Ritorniamo come di consueto a fare visita agli abitanti sotterranei. Quelli che vivono come topi, nascosti in un vecchio magazzino delle Ferrovie dello Stato, ormai da anni in disuso.

Qual è il nostro stupore nel trovare al posto dell’ormai noto ondulato, superato il quale si aveva accesso a un secondo varco chiuso da una pesante tenda che proteggeva l’ambiente interno dal freddo e dalle intemperie, nient’altro che un bel muro? In velocità, eretto di fresco, eccolo lì grigio perla, quasi elegante, nulla di gigantesco, anzi facilmente valicabile da giovani gambe. Sembra un avvertimento. Un segnale.

Cerchiamo di metterci in contatto con uno degli abitanti della grotta. Che succede? Quando lo hanno costruito? Cosa vi hanno detto? Nulla. Dalla sua bocca non esce una parola. Insistiamo e finalmente ci dice che sono arrivati quando ancora erano in molti dentro a dormire . Lui se ne è accorto dai rumori che c’era qualcosa di anomalo là fuori. Ha preso il suo zaino, le sue quattro cose e se l’è data a gambe levate. E gli altri? Non lo sa. Ma effettivamente in quel buco ognuno faceva per sé.
Non c’era molta coesione. Le discussioni più accese e sentite avvenivano tra gli “avventori” diurni, cioè tra chi di giorno passava di là a riposare e a guardare un po’ di tv, mentre gli ospiti notturni erano andati in giro a cercare un lavoro, o erano in moschea a pregare.

Ecco che silenziosamente, senza dare troppo nell’occhio, finalmente Milano è riuscita ad allontanare gli indesiderati. Ma la beffa è in agguato. Infatti, perso un posto, bisogna trovarne un altro. Per forza. Si vive una volta sola. E così ci si sposta, probabilmente non di molto…

Fine della prima puntata.

Sostieni il Naga, adesso.

Il tuo sostegno, la nostra indipendenza.