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I dati – Fotografie di viaggio…

Un’elaborazione dei dati degli utenti del Centro Naga Har raccolti dal 2001 a oggi

Il Centro Naga Har è dedicato a richiedenti asilo, rifugiati e vittime di tortura, nasce nel 2001 da un’intuizione di Italo Siena, socio fondatore del Naga, che si rese conto che le persone che avevano subito violenze e persecuzioni avevano bisogno, in primis, di ricostruire relazioni e legami.

Sono circa 1.500 i cittadini stranieri che ogni anno vengono al Naga Har sia per vivere una socialità che altrimenti la povertà delle strade milanesi nega sia per avere supporto nella procedura di riconoscimento di una forma di protezione. Al Naga Har si possono ritrovare gli amici, bere il tè, seguire un corso di lingua italiana o giocare una partita di calcio e farsi supportare per raccogliere la storia personale che servirà per l’audizione con la commissione territoriale per ottenere una protezione e quindi un permesso di soggiorno.

Alcuni ospiti del centro ci hanno raccontato la loro storia, noi abbiamo raccolto i dati più salienti e in questo numero ne presentiamo in anteprima solo una parte, in attesa di un’analisi approfondita.
Dal 2001 al giugno 2018 circa 10.400 cittadini stranieri si sono fatti intervistare.

Arrivi per aree continentali

È l’Africa Occidentale l’area geografica da cui proviene la maggior parte degli utenti del Naga Har, pari a 5.020 persone, di cui 940 dallo stato della Nigeria, 715 dal Gambia e 707 dalla Costa D’Avorio. Dall’Africa Orientale sono arrivate 1.626 persone, di cui 741 dall’Eritrea, 325 dal Sudan, 290 dalla Somalia e 207 dall’Etiopia; dal Nord Africa 327 persone, di cui 129 dall’Egitto e dall’Africa Centrale 162.
Dall’Asia provengono 1.323 persone, di cui 615 dall’Afghanistan, 525 dal Pakistan e 142 dalla Cina; dall’Asia Mediorientale 477 persone, tutte dal Bangladesh, dall’Asia del Sud 80, di cui 42 dallo Sri Lanka, dall’Asia Centrale 9, dall’Oceano Indiano e dall’Asia Sud Orientale 3, dal Sud Est Asiatico 6 e dai Caraibi 19 persone. E ancora, dal Medio Oriente 346 persone, di cui 137 dall’Iraq.
Dall’Europa provengono 524 persone, di cui 380 dalla Turchia e 60 dall’Ucraina e infine dall’America centrale e dal Sudamerica sono partite 457 persone, di cui 330 da El Salvador. Sembra che nessun continente si salvi, un intero mondo in guerra.

Status degli utenti Naga Har

La maggior parte degli intervistati, pari a 4.023 persone sono richiedenti asilo per il riconoscimento della protezione internazionale o umanitaria. Ne fanno richiesta perché in fuga dal loro paese di origine. A queste persone si aggiungono 212 cittadini con lo status di rifugiato riconosciuto, perché nel loro paese rischiano di subire una persecuzione “per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche” (articolo 1 Convenzione di Ginevra).
Altre 1.455 persone al momento dell’intervista avevano già ottenuto la protezione sussidiaria, protezione di grado inferiore alla precedente che è rilasciata quando un cittadino rischia comunque di subire un danno grave nell’eventuale ritorno in patria. Tale titolo ha una durata di 5 anni, rinnovabile solo nel caso venga verificata la persistenza di cause e rischi nel paese d’origine. Altri ancora, pari a 1.508, avevano ottenuto la protezione umanitaria, ovvero un permesso di soggiorno della durata massima di 2 anni, che viene rilasciato quando non sussistono i requisiti per l’ottenimento dell’asilo politico e della protezione sussidiaria e viene concesso per motivi umanitari.
Le persone che invece hanno ricevuto un diniego sono 1.453, di queste 826 avevano già presentato ricorso. Altri 920 cittadini stranieri, al momento dell’intervista, non avevano ancora fatto alcuna domanda di protezione.

In ultimo sono 33 i cittadini “vittime” del Regolamento di Dublino, anche detti “dublinati”. Si tratta di quei cittadini richiedenti asilo che vengono fermati e identificati dalla polizia in uno stato diverso da quello in cui sono stati foto-segnalati e hanno lasciato le impronte digitali al momento del primo arrivo in Europa.
Per 758 casi il dato non è disponibile, durante l’intervista non erano a conoscenza del loro status.

Arrivi in Italia per anno


Circa 180 persone hanno dichiarato di essere arrivate in Italia prima del 2000. La media di arrivi in Italia degli utenti del Naga Har è pari a 578 persone ogni anno dal 2001 ai primi tre mesi del 2018. La data di arrivo in Italia non è disponibile per circa 1.000 persone intervistate.
In alcuni anni gli arrivi dichiarati hanno avuto un’affluenza maggiore ed eccezionale che si può ipotizzare coincida con conflitti, guerre e persecuzioni che hanno sconvolto la vita di migliaia di persone nel mondo costringendole alla fuga verso Occidente. Ecco il dettaglio degli arrivi dei nostri utenti: 215 nel 2001, 535 nel 2002, 587 nel 2003, 413 nel 2004, 532 nel 2005, 584 nel 2006, 595 nel 2007. Nel 2001 è iniziata la guerra in Afghanistan. Nel 2002 in Nigeria sono iniziati gli attacchi terroristici per mano di Boko Haram, organizzazione terroristica jihadista. Nel 2003 è iniziato il conflitto del Darfur, regione del Sudan, conflitto solo parzialmente sedato nel 2009 che ha portato alla morte di circa 400.000 persone e di migliaia di sfollati.
Durante l’intervista 943 cittadini stranieri hanno dichiarato di essere arrivati in Italia nel 2008, in concomitanza con numerosi nuovi e vecchi conflitti: Sudan-Darfur, Sudan-Ciad, Eritrea-Gibuti, Ruanda-Congo, Sri Lanka-Tigri Tamil, Eritrea-Etiopia, Russia-Georgia…
Nel 2009 e nel 2010 sono arrivate rispettivamente 355 e 237 persone.
Il 2011 è stato l’anno record di arrivi, 1.017 utenti del Naga Har hanno dichiarato di essere arrivati in tale anno. Tra la fine del 2010 e il 2011 scoppiava, infatti, la Primavera Araba dando il via all’’’Emergenza Nord Africa”. Sulla scia della delle rivolte civili contro le dittature, il 15 marzo del 2011 iniziava la guerra civile in Siria, tutt’ora in corso.
Gli intervistati che hanno dichiarato di essere arrivati in Italia nel 2012 e nel 2013 sono rispettivamente 241 e 249. Negli anni 2014, 2015 e 2016 i numeri tornano ad aumentare, con l’arrivo rispettivamente pari a 978, 858 e 649 persone.
Tra il 2013 e il 2015 sale l’escalation di violenza in El Salvador che spinge alla fuga migliaia di cittadini. Dal 2013 i cittadini del Venezuela soffrono per la crisi economica, sociale e istituzionale. Nella primavera del 2014 scoppiava la crisi in Ucraina per mano dei separatisti cui è seguita l’invasione della Russia. Dal 2015 In Turchia si registrano sistematiche violazioni dei diritti umani verso tutti gli oppositori al governo, tortura e incarcerazioni arbitrarie sono all’ordine del giorno.
Poi ci sono conflitti eterni, senza possibilità di data come in Eritrea e in Somalia.
Infine nel 2017 si è registrato un calo netto di arrivi, pari a 256 persone.

La nostra analisi per ora finisce qui. Presto saremo in grado di raccontare chi sono gli utenti che ogni anno si rivolgono al Naga Har, qual è la loro età, che titolo di studio possiedono, che lavoro facevano nel paese di origine e qual è quello attuale, in quali condizioni abitative vivono, che lingue parlano e quanti figli hanno…

Perché quando si parla di immigrazione non si tratta di numeri o pedine da spostare sulla scacchiera del mondo, ma di persone con sogni, speranze e ambizioni.

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