FOTO: la marcia dei migranti verso gli Stati Uniti
La politica europea e italiana di “gestione” dell’immigrazione ha seguito un unico grande mantra, quello del controllo.
Dopo anni di tentativi fallimentari di controllo e gestione degli arrivi, si inaugura un nuovo corso: il focus si sposta su coloro che già si trovano sul territorio nazionale. Su chi, nonostante tutto, è riuscito ad arrivare.
Impossibile non notare la crociata contro i “finti profughi” incarnati in coloro che in questi anni hanno ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari al termine dell’iter di richiesta asilo.
Preceduto da una circolare del Ministero dell’Interno di luglio 2018 con la quale si invitavano le commissioni a centellinare la concessione della protezione umanitaria, il decreto Salvini l’ha poi completamente cancellata e in parte sostituita con nuovi tipi di permesso di soggiorno che però non ricoprono l’intera casistica di possibilità prima tutelate.
Anche il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati viene modificato dal decreto Salvini. In particolare assistiamo a una vera e propria inversione di marcia rispetto a quanto è stato fatto negli ultimi anni. Il modello SPRAR che promuove un tipo di accoglienza integrata e volta all’acquisizione di autonomia del beneficiario cambierà nome e sarà destinato soltanto ai titolari di protezione e ai minori stranieri non accompagnati. Per i richiedenti asilo l’accoglienza sarà possibile solo nei CAS, i Centri di Accoglienza Straordinaria che monitoriamo ormai da 3 anni e dei quali abbiamo già più volte messo in luce le criticità e che sempre per effetto del decreto verranno ridimensionati nei servizi che possono erogare, come ad esempio i corsi di formazione professionale.
Attraverso queste novità, insieme per esempio alla mancata previsione di un’accoglienza specifica per le categorie vulnerabili, si pensa si possano, ancora, disincentivare gli arrivi e mettere fine “alla pacchia” per chi è già qui e che non ha visto il riconoscimento di un diritto ma ha goduto, parafrasando il decreto legge, di un privilegio.
Purtroppo gli unici e gravissimi effetti di queste norme saranno, solo per citarne alcuni, l’aumento delle persone destinate a vivere per strada e l’aumento delle situazioni di irregolarità, aggiungendo così un altro cruciale tassello nel processo di disumanizzazione dei migranti.
Il controllo però ancora una volta non funzionerà. Come ben dimostrano le migliaia di persone in marcia verso gli Stati Uniti: i desideri e le volontà non si fermano.