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I dati – Marzo 2020

Le 400 persone che ci hanno chiesto aiuto dall’inizio dell’emergenza

In questa rubrica vogliamo dare una prima fotografia di come stanno funzionando, nonostante tutto, i servizi del Naga, di come la pandemia e le misure prese per contrastarla, hanno inciso sull’afflusso di utenti ai nostri servizi, necessariamente ridimensionati.

Sportello legale

Nel periodo che va dal 24 febbraio al 18 marzo lo Sportello Legale del Naga ha ricevuto 48 persone. 
Nelle prime due settimane le attività si sono svolte regolarmente: da lunedì a venerdì, dalle 19 alle 21. L’accesso allo sportello è stato possibile a seguito di un breve colloquio iniziale al fine di identificare i casi più urgenti, evitare assembramenti in sala d’attesa e consentire l’adozione di alcune precauzioni sia per gli utenti che per i volontari. Nella settimana successiva, a seguito del decreto dell’8 marzo e successivi, le attività dello Sportello Legale sono state temporaneamente sospese e si è pensato di garantire assistenza telefonica e via email, ipotizzando di ricevere su appuntamento solo in caso di necessità.  Lo Sportello “virtuale” è stato attivato a partire da lunedì 16 marzo, le richieste sono state contenute (5 o 6), anche perché nel frattempo sono stati sospesi o prorogati i termini giudiziari.
I numeri delle prime due settimane indicano un’attività ridotta rispetto a quanto accadeva in precedenza. Riduzione dovuta sia al calo dell’afflusso per le difficoltà di movimento sia al filtro all’ingresso che, in caso di possibile affollamento, aveva indicazione di far entrare solo i casi urgenti.
Le pochissime richieste pervenute al momento della riapertura dello sportello legale in modalità  remoto sono spiegabili in parte con la difficoltà di far conoscere agli utenti questa possibilità. Incidono anche il fermo dell’attività delle commissioni territoriali, le restrizioni agli ingressi nell’Ufficio immigrazione della Questura e la quasi impossibilità di raggiungere Milano per le persone appena entrate in Italia dalla rotta balcanica o in arrivo in aeroporto.

Le persone assistite dallo sportello legale e le loro richieste Totale 48
Conversione permesso di soggiorno6
Ricorsi contro espulsioni2
Accessi agli atti1
Colloqui informativi10
Ingressi in Questura per manifestazione volontà richiesta asilo4
Ricorsi contro dinieghi protezione internazionale12
Richieste permesso di soggiorno per cure mediche1
Richieste permessi soggiorno ex art.31 (tutela interesse del minore)5
Appuntamenti con ufficio immigrazione Questura3
Ritiro documenti preparati dallo sportello1
Revoche misure accoglienza2
Diniego rinnovo permesso di soggiorno1

Accoglienza e ambulatorio medico

Nel periodo che va dal 20 febbraio al 19 marzo il totale delle visite mediche effettuate è stato di circa 350. Di alcune infatti non si è fatta la registrazione per molteplici motivi (italiani senza più psicofarmaci, richiesta consigli per parenti, ecc.). L’afflusso giornaliero degli utenti è andato calando nelle ultime due settimane. Probabilmente la causa principale è il fatto che le persone si muovono meno, intimorite spesso dalle contravvenzioni; si è poi aggiunto il divieto di uscire dai dormitori.
Non sono mai arrivati pazienti con sintomi chiari di Covid-19. Tutti sono stati visitati e rimandati al domicilio. La distribuzione per età e paese di provenienza non ha dimostrato variazioni sensibili rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: una lieve diminuzione di pazienti femmine  è probabilmente dovuta alla sospensione delle visite ginecologiche.

Si è modificata l’organizzazione dell’ambulatorio medico. Sono state mantenute solo le visite dei medici generici e sono state sospese tutte le visite specialistiche (ginecologia, psichiatria e psicologia, dermatologia, cardiologia, chirurgia).
Ogni turno ambulatoriale  prevede la presenza obbligatoria di due medici e due operatori in accoglienza, tutti provvisti di ausili di protezione.
I pazienti vengono accolti uno per volta, viene data loro una mascherina e del disinfettante per le mani, quindi un medico effettua uno screening di base e misura la temperatura corporea. Se non ci sono dubbi sulla natura dei sintomi riferiti dal paziente, la persona viene registrata dall’operatore dell’accoglienza e quindi avviata all’ambulatorio, dove il medico esegue la visita. In caso di dubbi, il medico che effettua lo screening visita il paziente in ambiente dedicato e decide come procedere. Non si è mai verificata la necessità di chiamare i numeri dedicati all’emergenza sanitaria Covid-19.

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