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È importante avere alleatə!

Fuorivista ospita il numero zero di Antirəzinə, la fanzine di Razzismo Brutta Storia, perché al Naga siamo convintə che sperimentare alleanze “cognitive” ci permetta di guardare al futuro, un futuro di lotta intersezionale!

Perché è nata Antirəzinə
di Giulia Frova e Mackda Ghebremariam Tesfau’

Razzismo Brutta Storia (RBS) nasce dopo che una mattina di settembre del 2008 Abdel William Guibre, detto Abba, diciannovenne milanese di origini burkinabé, viene ammazzato tra insulti razzisti.

Dopo quell’evento, Giangiacomo Feltrinelli Editore e Librerie Feltrinelli, insieme all’agenzia Tita, lanciano la campagna “Il razzismo è una brutta storia”, convinti dell’urgenza di contrastare un razzismo destinato a divenire sempre più aggressivo con l’acuirsi delle disuguaglianze globali.

Dopo anni di impegno attraverso attività educative e campagne, nel 2019 l’associazione costituisce un gruppo di espertə associatə, la maggioranza dellə quali razzializzata, per ragionare sui limiti di un certo antirazzismo, che negli ultimi decenni ha conosciuto più sconfitte che vittorie.

Da sempre, il 21 marzo (Giornata Internazionale contro il razzismo) è per RBS un’occasione per fare un bilancio e rilanciare lo sforzo antirazzista attraverso attività diverse. Questo marzo 2021 è stato particolarmente importante perché il 2020 è stato un anno decisivo per l’antirazzismo, che ha vissuto un momento di rinascita in seguito al brutale omicidio di George Floyd. L’eco del movimento Black Lives Matter si è sentito in tutto il mondo, e in Italia ha significato una presa di parola da parte di una nuova generazione di attivistɜ razzializzatɜ. Riconoscere e valorizzare questo rinnovato protagonismo, e costruire rete, è stato uno degli obiettivi di RBS nella settimana antirazzista 2021: Antirəzinə ne è il risultato.  Antirəzinə è una fanzine antirazzista – ovvero una rivista amatoriale curata da una fanbase – il suo nome una crasi tra le parole antirazzismo e fanzine.
La rivista contiene articoli, poesie, saggi, disegni di persone singole e realtà collettive impegnate nella lotta al razzismo, una piccola comunità che ha risposto alla chiamata di Razzismo Brutta Storia per Settimana d’Azione contro il razzismo promossa dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni UNAR. Nell’introduzione si legge che Antirəzinə “è nata nell’unico modo possibile: il chaos”, che è “una borsa di trappole e perle, una cesta imperfetta come le vite di chi ha contribuito a scriverla” e che contiene “l’utopia e la distopia, la violenza della realtà e la forza di chi resiste”.

Antirəzinə si apre con un articolo che ripercorre alcune tappe della storia del razzismo e dell’antirazzismo in Italia: dall’omicidio di Jerry Masslo del 1989 fino allo “sciopero immigrato” del 1° marzo 2021. Seguono pagine di poesia – come “Uguali” di Luc Ndikubwimana, del collettivo Black Rootz, e “Mi vedi” e “Nerezza” di Rahma Nur – interviste – ai rapper Amir Issa e Luca Neves, quest’ultima curata dal movimento Italiani Senza Cittadinanza – articoli di approfondimento e critica – come “Prodotto Immigrato Lordo” di Anas Mghar e “Primo Marzo 2010” delle associazioni Todo Cambia e Cambio Passo, che mettono al centro il tema dello sfruttamento del lavoro e del razzismo. “Cacao Inferno”, racconto afrofuturista di Gustavo Garcia, interroga la traiettoria dell’antirazzismo: affirmative action e identity politics riusciranno ad eliminare la logica dello sfruttamento? Antirəzinə ospita anche due manifesti molto diversi. “Il Manifesto per la sostituzione etnica” di Wissal Houbabi è un pezzo ironico e provocatorio, una parodia arrabbiata della psicosi complottista del “Piano Kalergi”. “Siamo Ujamaa” invece, manifesto politico del Collettivo Ujamaa, è una dichiarazione di amore e di lotta, nel quale il senso dell’antirazzismo si ricostruisce a partire da una presa in cura della propria comunità. Questa cura è necessaria proprio perché il razzismo sistemico si abbatte con violenza e pervasività sulle vite delle persone razzializzate, come ricorda Abdul Zar nel suo articolo “C’è del razzismo” quando e come testimonia il fermo immotivato da parte della polizia ai danni di Didier Tieoule, raccontato in forma di fumetto per Antirəzinə.

E ancora un fotoromanzo composto dal collettivo Cardamomo ci porta nella cultura pop dell’India, mentre Leslie Quintanilla scrive una “Lettera d’Amore Rivoluzionario” che dal confine tra Usa e Messico abbraccia le reti antirazziste del Mediterraneo.

“Via Massaua 5”, scritto da Daniel Ilfai, ci porta dentro alla storia del colonialismo italiano, rimossa dai libri di testo e dai curricula scolastici ma impressa nella memoria odonomastica, e Wafa El Antari racconta della sua esperienza di vita, del senso di portare il suo nome nel Veneto più profondo.

La copertina e altri contenuti visivi sono realizzati da Ismael Astri Lo e il progetto grafico è di Toi.

Dalle pagine di Antirəzinə emergono voci dissonanti e armoniose, grida di lotta e dichiarazioni d’amore, trappole e perle, che raccontano di una storia in divenire, di un percorso – quello dell’antirazzismo in Italia – a ostacoli che cerca il futuro. Questo è il filo rosso che unisce infine ognuno dei contributi: la determinazione a plasmare questo futuro. Le copie cartacee di Antirəzinə sono state distribuite in 10 città d’Italia ed è possibile scaricarne la versione digitale sul sito di RBS. Nel frattempo gli antirazini stanno ragionando su come andare avanti e quel che potrebbe essere il numero 1!

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