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Il Naga si racconta – Il Gruppo Salute

In questo numero di Fuorivista ospitiamo il Gruppo Salute del Naga che racconta come è nato spiegandoci quali sono le reti a cui aderisce e con cui opera a livello nazionale e europeo, anche in questo anno di pandemia.

L’assistenza sanitaria è il cuore della nostra Associazione. Italo Siena, con la sua grande umanità, ha avuto l’intuizione di fondarla per poter garantire questo diritto a coloro a cui veniva negato. Nel 1995 è stato elaborato, con altre associazioni socio-sanitarie, il testo che garantiva il diritto alle cure anche per i cittadini stranieri irregolari, tuttora presente nell’art. 35 del T.U. N 286/98.

Facciamo una premessa: lo Stato detiene il potere legislativo sull’immigrazione e può emanare norme contrastanti la deontologia del servizio sanitario che è inclusivo e non escludente. Un esempio lo abbiamo avuto con l’introduzione del reato di clandestinità e il tentativo di inserire nel pacchetto sicurezza l’abrogazione del divieto di segnalazione da parte del personale sanitario. La reazione di tantissime realtà non lo ha permesso.

Sfatiamo alcuni luoghi comuni: non sono parificati agli italiani; non pesano sul bilancio sanitario: è stato calcolato che i contributi sanitari degli stranieri regolari, in relazione a quanto loro effettivamente utilizzano, coprono non solo la loro spesa sanitaria ma anche quella degli irregolari e una parte di quella degli italiani.

Il Gruppo Salute si è costituito sentendo l’esigenza di porre un’attenzione particolare alla condizione di vulnerabilità in cui vivono i cittadini stranieri irregolari, impegnandosi a garantire che l’assistenza sanitaria fosse veramente fruibile e a contrastarne le violazioni. E’ un impegno complesso che ci coinvolge a livello nazionale ed europeo. 

Una parte della nostra attività è dedicata all’elaborazione, diffusione e verifica dell’applicazione normativa sanitaria a livello cittadino, regionale e nazionale. A questo proposito da giugno 2016, in collaborazione con la SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) viene redatto un rapporto annuale. 

Inoltre siamo coinvolti in varie reti quali il GrIS (Gruppi locali Immigrazione Salute), una rete regionale della SIMM che favorisce l’incontro delle associazioni socio-sanitarie operanti sul territorio per elaborare proposte in termini politico-organizzativi e fare azione di advocacy sulle istituzioni.

Proprio con il GrIS, nel 2020, abbiamo promosso alcune azioni quali il monitoraggio della situazione degli accessi agli ospedali o presidi sanitari che si sono dimostrati più problematici del solito causa l’emergenza sanitaria da Covid-19 e sottoscritto appelli alla Regione Lombardia per l’inserimento di stranieri extracomunitari e comunitari nel piano tamponi e vaccinazioni. Inoltre, è stata ribadita la richiesta di attribuzione del medico di base per tutti gli stranieri irregolari (come è noto gli irregolari sono costretti a rivolgersi al Pronto Soccorso come prima forma di assistenza).

Come soci del Picum (Piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti senza documenti) per le iniziative, a livello comunitario, del diritto alla salute, da presentare poi negli incontri con parlamentari e funzionari europei, abbiamo presentato alla Commissione e al Parlamento Europeo una proposta di direttiva relativa all’estensione dell’assistenza sanitaria per tutti gli stranieri, pur se non in regola con le norme relative all’ingresso e soggiorno, comunque presenti sul territorio dell’Unione Europea, per assicurare la piena realizzazione del diritto alla salute per ogni individuo all’interno dell’Unione Europea e garantire la tutela della salute collettiva.

Per chiarire meglio quali siano le nostre attività, citiamo qui di seguito alcune delle iniziative che abbiamo svolto nel corso degli anni: è stata organizzata una procedura di accompagnamento ai centri ospedalieri per la persona immigrata che necessitava di prestazioni diagnostiche specialistiche, con lo scopo di verificare la fattibilità di tali invii; è stata raccolta, con la determinante collaborazione del gruppo accoglienza e tramite interviste, una documentazione sui rischi di infortunio domestico per badanti e collaboratori domestici (ricerca promossa e finanziata dal Ministero del Lavoro); abbiamo predisposto interventi di medicina preventiva per la diagnosi precoce del tumore all’utero e la diagnosi precoce della malattia tubercolare negli immigrati provenienti da Paesi ad alta endemia.

Un altro aspetto importante è la nostra battaglia alla disinformazione e ai pregiudizi attraverso un’attività didattica svolta nell’ambito di corsi universitari, master e corsi regionali.

Recentemente abbiamo aggiunto lo Sportello Salute, con l’intento di essere un riferimento “trasversale” per tutti i servizi del Naga, volto a dirimere quesiti e problemi contingenti riguardanti l’accesso alla salute dello straniero non iscritto al SSR.

Purtroppo, c’è ancora molto da fare. L’applicazione piena di questo diritto è un firewall (politico, sociale, economico) difficile da abbattere e che spesso lascia frustrati. Ma noi tutti siamo sempre determinati ad abbatterlo.

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