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I Luoghi e le Persone – Cosa ci dicono i luoghi


Segni di presenze cubane, provenienti dalla Russia, anche loro sulla rotta balcanica.


Cosa ci dicono i luoghi

I luoghi parlano e ci raccontano più ancora, spesso, delle parole. Basta saper guardare. Per questo ci teniamo a raccontare quello che vediamo nelle nostre uscite diurne o notturne. Anche in questo periodo vediamo tracce di presenze umane sotto i portici, nella metropolitana, sotto un albero. Complice il caldo, i giacigli di fortuna sono sotto gli occhi di tutti e forse sono più evidenti del solito. Nulla di nuovo, perché ormai ci siamo abituati a questo e forse, anche se non assuefatti, lo stiamo accettando come una realtà con la quale dobbiamo fare tristemente i conti. L’afflusso di un gran numero di ucraini, fuggiti dalle bombe e dal terrore di una guerra assurda e priva di senso (d’altronde quali guerre lo hanno?) nel cuore dell’Europa, ci riporta con la mente alle tante assurde guerre da cui da anni fuggono molte persone attraversando confini sempre più difficili da varcare i cui frequenti reportage fanno semplicemente accapponare la pelle e ci coprono di vergogna. I tanti ragazzi e famiglie provenienti dal Pakistan, dall’Afghanistan, dall’Iraq, dalla Turchia, dalla Siria, li abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni.

Il ragazzo veniva da molto lontano e soffriva di epilessia. Anche lui è stato costretto ad affrontare il famigerato game alla frontiera croata. Vivere qui a Milano per strada forse non era proprio quello che si aspettava. Solo dopo essere crollato a terra in preda a una acuta crisi epilettica nel nostro piccolo ufficio al Naga Har ha scoperto che esistono ospedali dove essere accolti e curati. Il meccanismo si è messo in funzione ed è stato sistemato in un centro dove dormire al sicuro e mangiare tranquillo.

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