“Bisognerebbe allora supporre che la prigione, e in linea generale, senza dubbio, i castighi, non siano destinati a sopprimere le infrazioni; ma piuttosto a distinguerle, a distribuirle, a utilizzarle; che essi mirino, non tanto a rendere docili coloro che sono pronti a violare le leggi, ma che tendano a organizzare la trasgressione delle leggi in una tattica generale di assoggettamento. La penalità sarebbe allora un modo per gestire gli illegalismi; di segnare i limiti della tolleranza, di lasciar spazio ad alcuni, di esercitare pressioni su altri, di escluderne una parte, di renderne utile un’altra, di neutralizzare questi, di tirar profitto da quelli. In breve; la penalità non «reprimerebbe» puramente e semplicemente gli illegalismi; essa li «differenzierebbe», ne assicurerebbe l’«economia» generale. E se si può parlare di una giustizia di classe, non è solo perché la legge stessa o il modo di applicarla servono gli interessi di una classe, ma perché tutta la gestione differenziale degli illegalismi, con l’intermediario della penalità, fa parte di questi meccanismi di dominio. I castighi legali sono da porre in una strategia globale degli illegalismi. Lo «scacco» della prigione può senza dubbio essere capito partendo di qui”.
Un film da vedere
Gli Orsi non esistono
di Jafar Panahi, Iran, 2022
Un film fortemente personale e insieme collettivo. Nella sovrapposizione di piani di realtà e metafore parla di confine, di mancanza di libertà e della scelta profonda di resistere. Jafar Panahi è in carcere in Iran. > Guarda il trailer su YouTube
Un profilo da seguire
Io ero il Milanese
Podcast che ripercorre l’esperienza di Lorenzo S. dalla sua viva voce, i molti anni in carcere e la sua nuova vita fuori da esso. > Ascolta su RayPlay Sound