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Il pensiero – Corpi Estranei

Foto: Markus Spiske (Unsplash)

Corpi Estranei

Il 3 ottobre ricorre il decennale della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, istituita a seguito del tragico naufragio del 2013 in cui morirono nel Mediterraneo 368 persone. Il sito del Ministero dell’Interno italiano afferma che “la legge istituisce la ricorrenza per sensibilizzare al rispetto della vita e all’accoglienza” e “sono organizzati su tutto il territorio nazionale cerimonie, iniziative e incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile, al rispetto della dignità umana e del valore della vita, all’integrazione e all’accoglienza”.

Basta aprire un quotidiano in questi giorni, ascoltare interviste a politici o guardare alle scelte amministrative nelle città per rendersi conto di tutta un’altra realtà. I naufragi che continuano, le denunce delle ONG che si occupano di soccorso in mare, l’hotspot di Lampedusa che scoppia, le persone che vengono escluse dal sistema di accoglienza e vivono senza fissa dimora, le dichiarazioni dell’istituzione di nuovi CPR. Corpi estranei: è così che le persone che chiedono protezione internazionale vengono spesso considerate nel mondo reale e nei media.

“Sembra che nessuno voglia sapere che la storia contemporanea ha creato una nuova specie di esseri umani – quelli che vengono messi nei campi di concentramento dai loro nemici e nei campi di internamento dai loro amici”. Lo scrive nel 1943 a New York Hannah Arendt, filosofa e studiosa di teoria politica fuggita dalla Germania nazista, riflettendo sulla sua esperienza di apolide; dovrà aspettare 18 anni per ottenere la cittadinanza americana.

Gabriele Del Grande, scrittore, giornalista e regista italiano, nell’intervista di questo numero afferma che certi fenomeni sono ineluttabili… Perché accettare tanta sofferenza annessa e non tentare invece di governarli almeno un po’ meglio? Nel 2023, in Europa, è cambiato così poco da quando Hannah Arendt dovette scappare verso gli Stati Uniti?

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