Sportello Immigrazione
Come Sportello Immigrazione, potremmo iniziare a parlare di quello che facciamo, di quanti siamo, dei problemi… La vita quotidiana dei cittadini e cittadine straniere è caratterizzata, anche, dal difficile svolgimento di complicate pratiche amministrative e burocratiche. Per facilitarne lo svolgimento, forniamo supporto a oltre 1700 persone l’anno nell’ambito di decreto flussi, ricongiungimenti familiari, rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno, richiesta di cittadinanza, contratti di affitto, denunce, matrimoni, visti, ecc..
Invece, vorremmo provare a dare un senso più ampio della nostra attività.
Lo Sportello è nato per tutelare e far rispettare i diritti delle persone straniere. Potremmo parlare di ricorsi, cause, denunce, di tutto quello che il NAGA fa per contrastare le politiche di esclusione in atto da tempo sia a livello nazionale che locale. Poi ci troviamo di fronte “lo straniero” che ci pone un problema che cerchiamo in tutti i modi di risolvere. E così si apre un mondo sconosciuto di difficoltà costanti nella vita quotidiana.
Il primo ostacolo è poter avere e mantenere il permesso di soggiorno, ma questo è solo l’inizio. In ogni situazione c’è di fronte un muro: eretto dalla burocrazia, dalla mancanza di informazioni, dall’ostilità dei funzionari che rende più complicata quella che dovrebbe essere una banalità da affrontare. Come per esempio l’iscrizione alla scuola, al servizio sanitario, o sposarsi.
Nella maggior parte dei casi, le persone straniere non sono sprovvedute, sono qui da anni, parlano italiano, hanno frequentato le scuole. Eppure, come purtroppo spesso succede, spuntano i “falchi” che non si fanno scrupoli di lucrare sulle necessità, anche tra connazionali.
Per quanto riguarda noi volontari e volontarie, capita di avere dei momenti di insofferenza dovuti alla reticenza nel racconto, alcune volte un latente pregiudizio legato a quello che ci viene richiesto. Ma ci sono anche momenti di allegria per via di una semplice battuta. Ed ecco che la formalità sparisce e ci si diverte, di fronte c’è solamente un conoscente, magari anche un amico per la consuetudine di vedersi. C’è semplicemente un’altra persona.
È bellissimo quando una pratica si risolve positivamente. Ed è bruttissimo quando si deve dire “non si può fare niente”. Che cosa proverà nel sentire queste parole? Cosa farà? Che vita l’aspetterà? Ti si stringe il cuore nel vedere quando un adulto non riesce a trattenere le lacrime.
In questi anni migliaia di storie sono passate davanti ai nostri occhi, potremmo scriverne un libro. Storie di persone per le quali venire al NAGA significava potersi confidare, raccontare quello che era capitato, fare domande, scambiare quattro chiacchiere, prendere un caffè, caricare il cellulare. Soprattutto essere ascoltate, non allontanate sbrigativamente con due parole. Ricordando questo, ci rendiamo conto che quella che riteniamo sia solo una piccola goccia nella propria attività, in realtà possa essere un mare.