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Il pensiero – MA L’ACCOGLIENZA

Foto: Yu Liu. L’opera di Cattelan di Piazza Affari circondata dai turisti in visita a Milano. Le foto rappresentano un dialogo tra L.O.V.E. (Il Dito) e le persone che vivono al margine

MA L’ACCOGLIENZA

In vista del Forum sull’accoglienza organizzato dall’Osservatorio del Naga il 29 marzo a Milano

Una riflessione sullo stato attuale del sistema di accoglienza in Italia è necessaria. Non solo per chi si ne occupa per lavoro o per impegno personale, ma per tutti coloro che vivono in questo Paese e che hanno una coscienza civica.

Non si può più voltare la testa dall’altra parte e far finta di niente. Le storture e le iniquità del sistema di richiesta di asilo – da cui è fondamentale partire – sono ormai troppe. Un sistema che, nel tempo, è stato progressivamente e inesorabilmente smantellato a colpi di nuove norme.

Dalla tragedia di Cutro – in cui 94 persone, tra cui 34 minori, senza contare i dispersi, hanno perso la vita a pochi metri dalle coste calabre mentre cercavano di raggiungere l’Italia per costruirsi un futuro migliore – il sistema di asilo e accoglienza, già pesantemente trasformato negli anni precedenti, ha subito un ulteriore deterioramento, sotto gli occhi più o meno impotenti di tutti noi.

Oggi, non solo per chi arriva è sempre più difficile presentare richiesta di asilo o ottenere un permesso di soggiorno per regolarizzarsi, ma anche accedere ai servizi di accoglienza è diventato un ostacolo quasi insormontabile.

In questo numero abbiamo intervistato Fabrizio Coresi, Migration Expert di ActionAid, proprio su questo tema. ActionAid, in collaborazione con Openpolis, ha infatti lanciato una piattaforma consultabile online che fornisce dati sul sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia.

Come spiega Coresi nella videointervista, il progetto nasce per fare chiarezza sulla situazione attuale. Chi ha lavorato alla ricerca ha incontrato enormi difficoltà nell’accesso ai dati e ha constatato la totale mancanza di trasparenza del Ministero dell’Interno. Questa assenza di dati ed elaborazioni statistiche sul sistema di accoglienza genera inevitabilmente una totale mancanza di programmazione.

Oggi, l’ossatura del sistema di accoglienza non è più rappresentata dagli SPRAR, ora denominati SAI, bensì dai Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS).

Le gare per la gestione di questi centri spesso vanno deserte: pochi interlocutori sono disposti a farsi carico della loro gestione, considerata ormai una mera attività di sorveglianza. L’assegnazione diretta è diventata la norma, non più l’eccezione.

Le grandi strutture vengono riempite fino al collasso, mentre dall’altro lato si procede con la revoca dell’accoglienza. I minori non accompagnati, del tutto impropriamente, si ritrovano a condividere spazi con adulti nei CAS.

Ci fermiamo qui. Il materiale per qualche riflessione lo troverete nelle rubriche che seguono. Vi aspettiamo il 29 marzo alla Fabbrica del Vapore per approfondire insieme queste tematiche.

> Trovi qui tutto il programma

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