Notizie ,

I dati – Maggio 2018

I dati aiutano a capire e a decostruire – con fatica – percezioni errate sedimentate in anni di informazione alterata.

Incrociando l’analisi di alcuni dati recentemente pubblicati dall’ISPI con quelli di altre fonti affidabili (Ministero dell’Interno, Open Migration solo per citare due tra i siti più aggiornati) emergono dati molto interessanti sulla situazione di richiedenti asilo e rifugiati in Italia.
Dati che permettono di ricollegarsi al lavoro che stiamo conducendo con il nostro osservatorio.

Minniti sbandiera come un successo il drastico calo degli sbarchi di migranti dalla seconda metà del 2017 ad oggi. Se questo è vero, l’altra faccia della medaglia è che le persone sono ora bloccate in Libia, nei centri di accoglienza finanziati dall’Italia e dall’Unione Europea: sappiamo da numerose testimonianze come si viva da quelle parti.

I dati, ancora, ci dicono che a fronte di un calo di sbarchi non calano le domande d’asilo, anzi aumentano. Così come aumentano i richiedenti asilo inseriti nel sistema di accoglienza: uno su sette è nei progetti SPRAR, gli altri nell’accoglienza straordinaria (CAS). Il sistema continua a essere in emergenza quindi.

Questi due dati ci dicono che i tempi di attesa di una decisione definitiva sulla domanda di protezione sono lunghi. Nei centri di accoglienza vivono persone che hanno fatto domanda d’asilo nel 2016, in alcuni casi anche prima.

Un dato però non si riesce a trovare: quanti siano i fuoriusciti dall’accoglienza e dove siano finiti. Se nel triennio 2014-2016 sono arrivate in Italia via mare circa 500 mila persone (dati UNHCR) e oggi nei centri ce ne sono circa 180 mila, vuol dire che tanti vivono fuori dal sistema.
I dati non ci dicono chi sono, come vivono, cosa pensano le persone di cui parlano. È difficile tracciare e seguire le traiettorie di vita dei tanti usciti dal sistema d’accoglienza. Migliaia di loro sono finiti in situazioni abitative precarie e informali che sempre più riscontriamo nella città di Milano ma che sono presenti su tutto il territorio nazionale. Perché ormai è un moltiplicarsi di queste situazioni, vista la totale assenza di politiche di supporto all’inserimento abitativo di chi, una volta finito il percorso d’accoglienza per qualunque motivo, è costretto ad arrangiarsi.

Quanti sono, a Milano, richiedenti asilo e rifugiati che vivono ai margini della città? Ancora non lo possiamo dire, è difficile disegnare una mappa, farne un censimento. La politica di sgombero e polverizzazione degli insediamenti rende ancora più difficile il lavoro di monitoraggio, osservazione e conoscenza. Qualche centinaio, sicuramente. Obiettivo dei prossimi mesi sarà avere una fotografia più precisa di questa realtà in costante divenire.

#staytuned!

Sostieni il Naga, adesso.

Il tuo sostegno, la nostra indipendenza.