Notizie ,

I luoghi e le Persone – Quanti sono gli scomparsi nel nulla?

Ecco come siamo: rossi di rabbia e di vergogna. È possibile accettare tutto questo?

Siamo in tanti ormai a farci questa domanda, e di settimana in settimana le notizie che riusciamo a raccogliere indirettamente o di persona certamente non ci confortano.
Giriamo per una zona dell’hinterland milanese che un tempo aveva portato gloria e successo alla città. Ma, “fu vera gloria?” ci domandiamo, notando enormi alberghi abbandonati, capannoni in disuso, case mezzo diroccate invase dalla sterpaglia. Intervistiamo un cinquantenne italiano che da almeno un anno vive in una stanza nella casetta del custode di una di queste fabbriche abbandonate da dio e dagli uomini, circondato da rifiuti puzzolenti, avendo perso il lavoro in seguito alla grande crisi. Ci racconta l’altra faccia di questa zona, che per noi non era altro che un parco a tema dove avevamo portato i nostri bambini illudendoli di scoprire come sarebbe potuto essere il mondo.

Capannoni e palazzoni abbandonati, alberghi ormai fuori uso, ombre nere che entrano ed escono da brecce nel muro e staccionate divelte per trovare rifugio durante la notte, accanto ad alberghi di lusso dove limousine nere depositano businessmen frettolosi, pronti a farsi un drink e a passare una serata in piacevole compagnia pronti per affrontare una nuova giornata nella città degli affari. Tutto il mondo con le sue contraddizioni all’incrocio di due strade nella periferia di Milano.

I topi si sa non amano gli esseri umani, ne hanno paura e si nascondono volentieri al minimo rumore. Si rintanano nelle loro tane. Tracce umane le troviamo un po’ ovunque in questi edifici, vecchi e nuovi che siano. Panni stesi, una caffettiera, una serie di vecchie pentole lasciate ad asciugare. Teli di stoffa a fare da tende o da porte, per proteggere l’intimità. Segni tangibili di presenze che però non si fanno vedere. Non capiamo neppure da dove riescano a entrare tanto poche sono le brecce, le fessure da cui poter passare. Spesso le finestre sono state murate, le porte sbarrate con assi di legno, e quindi l’accesso in queste aree disabitate risulta decisamente impervio. Alla fine ci arrendiamo all’evidenza.

Nulla è impossibile per chi ha attraversato deserti, mari e monti per arrivare nella nostra civilissima Europa.

Sostieni il Naga, adesso.

Il tuo sostegno, la nostra indipendenza.