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I Luoghi e le Persone – Testimonianza da una volontaria in vacanza

Una valle di alta montagna, una roulotte non attrezzata, 200 pecore e 20 mucche, gli unici esseri viventi a tenergli compagnia per mesi…

Continua il nostro viaggio tra chi vive ai margini del sistema di accoglienza, ma anche di chi alla ricerca di un lavoro ha trovato una sistemazione del tutto particolare… E a volte ci capita di farlo anche quando non stiamo svolgendo attività con il Naga ma quando siamo in vacanza. Infatti, è stato in agosto durante una bella camminata in montagna tra la Val Grande e il Lago Maggiore che, attraversando una piccola valletta tra un bosco e una macchia di abeti più in là, vediamo una roulotte piuttosto scalcagnata parcheggiata solitaria sul prato. Un gregge di pecore, piuttosto grande, stava rientrando alla base. Un giovane africano con un bastone le stava indirizzando in un recinto dove avrebbero passato la notte. Ma che ci fa un africano a 1600 metri da queste parti da solo? La domanda sorge spontanea. La risposta ci viene data da Alì stesso con il quale ci mettiamo a chiacchierare. Devo dire che Alì, originario della Sierra Leone, non vedeva l’ora di chiacchierare con un essere umano, erano giorni che stava relegato lassù senza vedere anima viva. Per prima cosa ci fa vedere la roulotte. Un materassino buttato a terra, una tanica d’acqua, uno scalcagnato ripiano e un pannello solare per la corrente. Quando le giornate sono piovose e fredde niente corrente e quindi nessun modo per ricaricare il cellulare. Niente acqua corrente, niente wc. E il cibo? “Arriva ogni tanto. In 20 giorni sono venuti su due volte portando pasta, riso, tonno, pomodoro. Se c’è qualche ritardo, salto il pasto. È già capitato purtroppo”. Nella roulotte un fornelletto a gas. Alì ci chiede di spiegargli dove si trova e noi cerchiamo di illustrargli la mappa su google per fargli capire in che zona del Piemonte è stato trasferito dal suo datore di lavoro, il proprietario di un’azienda agricola in provincia di Cuneo che ha pensato bene di assumerlo regolarmente, senza pagargli però il dovuto. Le buste paga ci sono, ma sono totalmente false. Un orario di lavoro scritto che non corrisponde minimamente a quello reale. Basti pensare che le sue giornate di lavoro sono infinite. Alì punta il dito per indicarci dove sono le mucche che ogni giorno con 2 ore di cammino deve raggiungere in un altro pascolo più in alto per vedere che non sia successo loro niente. Tra mucche e pecore ha il suo bel da fare. E il paese più vicino? “È a un’ora e mezzo di cammino da qui. Ma raramente riesco ad andarci!”.

Questa storia, in epoca di sanatoria, della quale Alì non è riuscito neppure a usufruire sia per i tempi, ormai saltati (chi lo informava isolato come era?), sia per il fatto di essere assunto da un farabutto (e questo è un altro discorso), è una delle tante. Possiamo dire che la sua esperienza di lavoro in alta quota è finita, Alì si è ribellato, cercando di ottenere quello che gli spettava senza successo. Il suo rapporto di lavoro si è chiuso, ma la sua odissea continua.

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