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I Luoghi e le Persone – Gesti e parole


Più che le parole poté uno sguardo…


Gesti e parole

Era molto spaurita e decisamente triste, anzi tristissima. L’aspetto tradiva il suo stato d’animo. Un grosso giaccone la copriva e un berretto di lana le copriva la testa fino all’altezza degli occhi. Dei grandi occhi neri spersi e pieni di dolore. Facili alla lacrima e anche al pianto dirotto. Raggomitolata su se stessa accasciata su una sedia, passava le ore senza parlare. Rispondeva a stento a qualche timida domanda fatta da alcune di noi in francese, la lingua che conosceva. Dopo qualche settimana, rassicurata dalle carezze e dai sorrisi di noi volontari, ha cominciato a parlare e a raccontare di sé, del perché ha dovuto abbandonare il suo paese. Ci ha raccontato di averlo lasciato dopo un ennesimo maltrattamento e continue minacce per il fatto di essere lesbica. Non era facile farla raccontare. Anche la nostra vecchia ed esperta psicoterapeuta da cui l’avevamo mandata la vedeva una volta alla settimana nel suo studio e faticava a farla parlare. Il linguaggio dei gesti era, in questi primi tempi, l’unico efficace e capace di tranquillizzarla. Ogni tanto le davamo dei vestiti colorati, dei nuovi berretti di lana, dei maglioni dai bei colori caldi e li accettava felice. Finalmente aveva anche iniziato a frequentare la scuola di italiano. Voleva imparare la nostra lingua per sentirsi padrona di sé e meno straniera nel nostro paese. A pezzi e bocconi la sua storia dolorosa usciva fuori dalla sua bocca, ma anche dalla sua penna. La psicoterapeuta aveva deciso di farla scrivere in francese. Per lei era più facile comunicare per scritto che con le parole. Il suo passato era intriso di dolore. Il presente finalmente le dava la sensazione di sentirsi accettata. Il futuro cominciava a palesarsi come possibile senza rinnegare se stessa. Dopo alcuni mesi, improvvisamente la vediamo arrivare senza berretto, con i suoi bei capelli pettinati in tante treccine, via il giaccone, pantaloni stretti che mettevano in luce le sue belle forme armoniose. Eccola con il suo bel corpo sinuoso, leggermente seduttivo, guardarti negli occhi sorridente, capace di formulare pensieri in italiano. Sembrava che l’appropriarsi del linguaggio la rendesse finalmente padrona di sé, più sicura, meno impaurita, desiderosa di riappropriarsi della sua sessualità per troppo tempo negata. Parole, gesti progredivano contemporaneamente, aprendola al mondo e alla vita. La sua intelligenza è esplosa in tutta la sua potenza. I progressi nell’apprendimento della lingua sono stati esponenziali, così come la voglia di studiare e prendere la licenza media. Mentre la sua bellezza sbocciava.

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